La sera del 13 gennaio 2012 la nave da crociera “Costa Concordia”, su cui viaggiavano 4.000 persone tra passeggeri ed equipaggio, urtò uno scoglio di fronte Punta Gabbianara, a Nord di Giglio Porto, riportando l’apertura di una falla sul lato sinistro. L’impatto provocò la brusca interruzione della crociera e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale.
Fin dalle prime ore fu imponente l’azione di soccorso del Corpo nazionale in questo scenario unico nel suo genere: 80 Vigili del Fuoco erano al lavoro con l’arrivo di unità navali dai comandi provinciali di Grosseto e Roma, unitamente ai nuclei sommozzatori di Grosseto, Firenze e Livorno.
Centinaia di persone, bloccate all’interno dell’imbarcazione, furono soccorse e trasportate sull’isola del Giglio. Le operazioni consentirono lo straordinario salvataggio di una coppia di turisti coreani e del commissario di bordo, rimasti intrappolati nella parte parzialmente sommersa della nave per 24 ore. Un’operazione lunga e complessa, portata a termine con grande impegno, professionale ed emotivo il 13 marzo, due mesi dopo la tragica sera.
Il dispositivo di soccorso vide l’impiego medio giornaliero di 150 unità operative e 66 mezzi tra imbarcazioni, elicotteri e veicoli terrestri, operò con turnazioni continuative di 24 ore: per giorni 206 sommozzatori effettuarono 150 ore di immersioni, esperti in tecniche speleo alpino fluviali svolsero 133 missioni all’interno del relitto per un totale di 4.679 ore di lavoro, mentre gli elisoccorritori si occuparono del trasbordo delle squadre e della strumentazione necessaria alle operazioni.
Dodici anni fa in condizioni estreme riuscimmo a salvare le tante persone bloccate nella #Costaconcordia naufragata difronte l’ #IsoladelGiglio.
Oggi il pensiero del Corpo nazionale dei #vigilidelfuoco è per le 32 vittime di quella tragedia #13gennaio #pernondimenticare pic.twitter.com/RUefuHHt3i— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) January 13, 2024