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145 ditte dell’appalto ex Ilva dovranno liberare i cantieri

145 ditte dell’appalto ex Ilva dovranno liberare, entro oggi, i cantieri all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto su disposizione dell’azienda.

Acciaierie d’Italia nella lettera alle aziende ha scritto: “La decisione è legata a sopraggiunte e superiori circostanze.  Decorso tale termine sarà inibito ogni accesso in stabilimento”. La società ha precisato che sono sospese: “le attività oggetto degli ordini, nella rispettiva interezza, prevedibilmente fino al 16 gennaio 2023, oppure fino all’anteriore data prevista dagli ordini quale termine di consegna”.

I sindacati sono convinti che l’azienda sia ricorsa al blocco delle imprese per esercitare pressioni sul Governo in relazione all’utilizzo del miliardo di euro affidato ad Invitalia, partner pubblico del colosso indiano dell’acciaio, ArcelorMittal, nella compagine societaria, e inserito nel Dl Aiuti.

Il coordinatore provinciale della Uil di Taranto, Pietro Pallini, ha commentato: “Credo che ci siano due azioni da fare: la prima di disinnescare immediatamente questa bomba sociale che si è creata. La seconda è quella di affrontare questo dossier che irresponsabilmente i precedenti governi hanno deciso di tenere all’interno dei cassetti ministeriali. L’immobilismo dei governi ha portato a un corto circuito. Più che un’azione, quella di Acciaierie nei confronti dell’indotto la definirei uno sfregio a danno di una comunità che da dieci anni attende una soluzione per questo dossier”.

Il deputato di Forza Italia, De Palma, ha detto: “La questione va affrontata in maniera seria, bisogna evitare gli slogan e far parlare i fatti. Usare un linguaggio che si rivolge alla pancia delle persone ma che nella sostanza non risolve i problemi è sbagliato”.  Per De Palma: “si deve ripartire dai tavoli ministeriali e tutti gli attori, compresi i sindacati, vi devono partecipare. Non vi può essere un atteggiamento unilaterale da parte di ArcelorMittal. Poi il Governo e i parlamentari non possono acquisire informazioni così importanti tramite comunicati stampa. L’indotto va difeso e sostenuto, così come vanno difesi i lavoratori”.

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