OmoBiTransfobia

17 Maggio: Giornata Mondiale contro l’OmoBiTransfobia. L’Italia agli ultimi posti

Nella Giornata Mondiale contro l’OmoBiTransfobia i dati relativi all’Italia non sono i più rosei come ci si aspetterebbe. La nostra nazione è negli ultimi posti in Europa e nel mondo per i diritti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali.

In una classifica di 49 posti l’Italia è al 34esimo gradino mentre in Europa su 27 Paesi ci piazziamo al 22esimo; peggio di noi, secondo i dati rilevati da ILGA solo Polonia, Romania, Ucraina, Bulgaria, Bielorussia e San Marino. Fa meglio di noi anche la Moldavia.

Oggi anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato che “l’OmoBiTrasfobia è una piaga – precisando che  “l’Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona. Contro le manifestazioni di intolleranza, dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona deve venire una risposta di condanna unanime. È compito delle istituzioni elaborare efficaci strategie di prevenzione che educhino al rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione“.

Ma perché proprio oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’OmoBiTrasfobia? Perché il 17 maggio 1990 l’OMS smuoveva finalmente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie: da quel momento, infatti,  non sarebbe più stato possibile affermare che l’attrazione verso le persone dello stesso sesso fosse una devianza o una patologia, dal momento che l’orientamento sessuale fa parte dell’identità di ogni individuo.

Lo stesso Parlamento Europeo ha dichiarato – “assistiamo a un aumento della retorica anti-LGBTI, alimentata dalla disinformazione e dalle false narrazioni, che spesso porta a violenza, vessazioni e stigmatizzazione. Le relazioni dell’Associazione internazionale lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (ILGA) e dell’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali (FRA) riferiscono un aumento dei livelli di violenza, discriminazione ed esclusione nei confronti delle persone LGBTI in Europa. Questa situazione in Europa e nel mondo ci desta profonda preoccupazione. I conflitti, le crisi e le emergenze umanitarie spesso aggravano ulteriormente la vulnerabilità della comunità LGBTI.

Il nostro Governo in merito è quello che negli ultimi mesi si è prodigato di più per colpire la comunità LGBTQ+,  partendo dalla Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia Eugenia Roccella che torna a parlare di abrogazione delle Unioni Civili e non si muove di un centimetro per sbloccare i fondi contro l’OmoBiTransfobia che negli anni passati erano destinati a centri antiviolenza, anti abbandono e formazione. 

La stessa seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato, non tanto tempo fa aveva dichiarato che nel caso suo figlio dovesse confessargli di essere omosessuale “accetterei con dispiacere la notizia, ma accetterei. Perché credo che una persona come me, eterosessuale, voglia che il figlio gli assomigli. Però se non mi assomiglia, pazienza. È come se mio figlio fosse milanista“. La maggioranza di questo Governo si difende dietro la questione  dell'”utero in affitto” con l’intento presumibile di discriminare e di affossare la comunità LGBTQ+. 

Ha concluso il Presidente Mattarella nel suo intervento sulla Giornata Mondiale contro l’OmoBiTransfobia – “Gli abusi, le violenze, l’intolleranza, calpestano la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e la nostra Costituzione che proprio nell’articolo 3 riconosce pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di tutti i cittadini, garantendo il pieno sviluppo della persona umana“.

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