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22 novembre 1963 il giorno in cui a Dallas si spense la “Nuova Frontiera”

É il 22 novembre 1963, l’Air Force One, partito da Fort Worth, atterra all’aeroporto Love Field di Dallas. Oltre alla folla, ad attendere il Presidente Kennedy , c’è la Lincoln Continental, dalla quale è stata tolta la capote. I servizi segreti controllano ogni punto dal quale è possibile compiere un attentato. Il corteo, parte alle 11:40 e attraversa Dallas ed è stato deciso che procederà lentamente, in modo da permettere ai cittadini di godere della vista degli uomini più importanti della Nazione. La folla diventa sempre più numerosa e festante man mano che la Lincoln si avvicina al centro.

All’improvviso risuonano almeno tre colpi di fucile, il Presidente si porta le mani alla gola: è stato colpito. Un secondo colpo lo prenderà in piena testa. Anche il Governatore viene colpito. Tutto avviene in pochi secondi. La Lincoln è ricoperta di sangue.

Alle 13:33 arriva l’annuncio ufficiale trasmesso dalla sala conferenze dell’Ospedale. “Il presidente John Fitzgerald Kennedy è morto oggi approssimativamente alle 1:00 p.m., qui a Dallas. È morto per una ferita di arma da fuoco al cervello. Non ho altri dettagli riguardanti l’assassinio del presidente“ dichiara il segretario Malcolm Kilduff.

Kennedy aveva 46 anni e sul suo omicidio, nonostante il lavoro di diverse Commissioni presidenziali, sussistono ancora molte ombre. Ed è forse anche per questo che molti storici considerano il 22 novembre del 1963 il giorno in cui l’America perse la sua innocenza.

Scrive il quotidiano americano The Atlantic che dal 2000 ad oggi 5 autorevoli storici americani che insegnano all’Università hanno pubblicato libri con le ricostruzioni dell’omicidio Kennedy.  Ben quattro di loro credono che Kennedy sia stato vittima di un complotto e che Oswald non abbia agito da solo.

Sia la Commissione Warren, una commissione d’inchiesta parlamentare costituita il 29 novembre 1963 dal Presidente Johnson per indagare sull’assassinio, che la famiglia Kennedy optarono per il segreto di Stato sui documenti riguardanti l’omicidio. Una scelta boomerang, perché non ha fatto che rafforzare le ipotesi degli scettici, incrementate anche dal film “JFK” di Oliver Stone. In realtà nel corso degli anni sono stati desecretati più del 90% dei documenti.

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