Oggi,25 settembre, sono le donne a scendere di nuovo in piazza . Le prime a pagare pesantemente la crisi economica, a perdere i diritti come in Afghanistan, a subire violenze terribili sui loro corpi come in Libia, o nei Balcani.
L’epidemia di Covid -19 ha aggravato la realtà di milioni di persone e questo ha stimolato una fitta rete di relazioni e documenti nel mondo delle donne per proporre soluzioni di genere attente ai diritti e alle libertà, come “un’occasione per cambiare radicalmente noi, uomini e donne, e il mondo in cui viviamo, e dobbiamo fare in fretta ,non c’è più tempo.”
La manifestazione oggi, a Roma in Piazza del Popolo
Arriveranno donne da tutta Italia. Il tam tam è partito dall’Assemblea della Magnolia.
La magnolia è l’albero nel cortile della Casa Internazionale delle Donne a Roma, da poco e finalmente non più a rischio di chiusura, dove si sono riunite le donne alla spicciolata e in piccoli gruppi nei mesi di tregua dal Covid.
Sostenute da Differenza donna, D.i.Re Donne in rete contro la violenza, da moltissime Associazioni femministe, dal Sindacato, dalla Conferenza delle donne del Pd e di Sinistra italiana, dalle Contemporanee, dall’Associazione nazionale delle atlete, da leader e personalità della cultura come Giulia Rodano, Linda Laura Sabbadini, Susanna Camusso, Maura Cossutta, Anna Pizzo, Cecilia D’Elia, Lea Melandri, Livia Turco, Marta Bonafoni, Monica Cirinnà,solo per citarne alcune.
L’appello è semplice. “La rivoluzione della cura è tutta un’altra storia” Una necessità nata dalla emergenza : “Dalla pandemia abbiamo imparato una lezione: lottare per praticare quella cura che ha al centro la vita degli esseri umani, della natura e di tutti i viventi.”
“Tull Quadze”
Non era previsto, ma visti gli accadimenti dell’ultimo mese, la manifestazione porta il nome :“Tull Quadze” che in pashtun vuol dire “Tutte le donne“, dalle afghane, alle precarie, alle lavoratrici, alle migranti, alle studentesse, alle insegnanti, alle sindacaliste, a chi subisce quotidianamente violenza e femminicidio. E proprio per non dimenticare e non lasciare sole le donne afghane scende in piazza anche Pangea Onlus, che in Afghanistan lotta per i diritti da vent’anni . E saranno appunto loro, le donne afgane, ad aprire la manifestazione nazionale e con le loro parole, le loro vite, le loro storie, i loro sogni e paure parleranno a tutte le donne, del nostro Paese e del mondo.