Ministro Franco: colmare l’enorme divario Nord – Sud

Il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso del Forum ‘Verso Sud’ ha detto: “Dopo una fase di grande recupero nel dopoguerra, dagli anni 80 non sono stati fatti sostanziali progressi. Il Pil pro capite è al Sud il 55% di quello del Nord. E’ un divario enorme. Per conseguire tassi di crescita più robusti è cruciale imprimere una forte accelerazione all’economia del Mezzogiorno e riavviare la convergenza tra le due aree del Paese“.

Il Pnrr – ha continuato Franco – è “un’opportunità nuova”, ma da solo non basta. Bisogna utilizzare tutti i fondi a disposizione e saper spendere le risorse, con una capacità adeguata di realizzare i progetti.

Tra gli elementi di divario, il Ministro Franco ha evidenziato   la qualità dei servizi pubblici, ma anche la formazione dei giovani. “Nel Mezzogiorno la quota di giovani che completa il ciclo di scuola superiore è di 7 punti percentuali più bassa che nel Centro-Nord. Molti giovani emigrano portando altrove il loro capitale umano. Credo che le risposte di politica economica allo scarso sviluppo delle Regioni del Sud non potranno mai essere efficaci se non affronteranno il divario nella formazione dei giovani e la spinta all’emigrazione” – ha ribadito il Ministro.

Parlando quindi del Pnrr e dei fondi a disposizione, dal FSC a quelli della legge di bilancio, Franco ha sottolineato che oltre alle risorse, ci sono peraltro “questioni di metodo”.

Non basta spendere, occorre realizzare un’opera che funzioni. La disponibilità delle risorse è essenziale – ha aggiunto – , ma gli investimenti pubblici e privati “in capitale umano, fisico e immateriale, e la valorizzazione dell’ambiente si possono concretizzare solo se la capacità di gestire i progetti è adeguata. La realizzazione del Piano richiede, quindi, uno sforzo organizzativo inedito, a cominciare dal coordinamento tra i tanti livelli istituzionali coinvolti. Le Amministrazioni  locali sono in prima linea”.

Il Pnrr non può limitarsi ad essere una parentesi di riformismo e di attivismo amministrativo al termine della quale si torna alla situazione precedente“, ha concluso. Si deve guardare ad una strategia “complessiva” che vada oltre anche temporalmente ai limiti del Pnrr.

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