36 miliardi, fardello per le generazioni future?

Gentile Direttore,

ho molto apprezzato l’eco che la vostra Testata ha dato alla discussione, politica e ideologica, sul MES, e specificatamente sul prestito di 36 miliardi che, in tempi rapidi, il nostro Paese riceverebbe da Bruxelles, per investimenti nel settore sanitario.

Il quotidiano La Repubblica di giovedì 24 dicembre u.s. riprende, virgolettandola, una dichiarazione del Presidente Conte: “Possiamo fare tutti i discorsi del mondo ma i 36 miliardi ci porterebbero ad accumulare deficit, quindi ricadrebbero sul debito pubblico. Non possiamo lasciare un fardello sulle generazioni future”.

Inutile dire come l’affermazione del Presidente sia condividibile, nella misura in cui non altera ciò che si possono veramente aspettare le tanto citate “generazioni future”.

Esse, che oggi sono rappresentate da giovani svegli, in età scolastica ed universitaria, ad una eventuale domanda al riguardo, ne sono certo, risponderebbero all’unisono: “ Ci attendiamo una sanità che funzioni, che abbia strutture moderne, attrezzature adeguate, ospedali, dottori preparati. Se ciò comporta un incremento del debito pubblico per 36 miliardi, in un Paese che già soffre di un rapporto debito pubblico-Pil, superiore al 160%, ben venga. Il debito, un Paese serio, che abbia seri progetti di investimento, può sempre rinegoziarlo con l’Europa, certi di trovare interlocutori sensibili e attenti. Avere una sanità debole, che ha già manifestato, in occasione della pandemia, carenze notevoli, e che non possa godere dei giusti investimenti, sarebbe un vero disastro”.

Questo direbbero i giovani, se interpellati. In definitiva, con qualche debito in più, alla luce dell’attuale situazione, non si distrugge il futuro, ma lo si crea, attraverso progetti validi ed altrettanto valida visione strategica.

Grato per l’attenzione, gradisca i miei migliori saluti

Giuseppe Gioia


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