4 millisecondi per tirarsi indietro e dimenticare le promesse fatte

«Il festival Time in Jazz nonostante le promesse fatte dall’ Assessorato al Turismo e in un momento così difficile, non ce l’ha fatta ed è in posizione 50 perché deposita la domanda alle ore 08.00.04. Quattro millisecondi dopo l’apertura del bando

Ebbene si, per quattro millisecondi il progetto di Paolo Fresu non è rientrato nel bando della legge 7 promossa dalla Regione Sardegna e il musicista commenta così: “Un anno di lavoro non riconosciuto e mandato in fumo per una frazione millesimale di tempo. Non solo il nostro, ma quello di tantissime altre realtà che, con coraggio e determinazione, hanno deciso soprattutto quest’anno di andare avanti e di dare un segnale positivo. Tante come quelle che, fortunatamente, sono in pole position depositando la domanda prima di altri, che magari non avevano una buona linea internet o una sveglia con l’orario perfetto”.

Il Time in Jazz è un evento musicale di jazz conosciuto in tutto il mondo nato a Berchidda proprio dal volere di Paolo Fresu nel 1988. Lo sfogo, il grande trombettista, lo consegna nelle pagine del suo profilo Facebook: “Parlo soltanto del mio festival (posto che non lo si conosca) per dire che è stata una delle prime manifestazioni in Italia a dare un segnale di ripartenza, che ha costruito un ricco cartellone di otto giorni con circa cinquanta concerti e con attività parallele dedicate all’infanzia, al cinema, all’editoria, all’enogastronomia e al green collezionando una rassegna stampa che ha parlato al mondo con un incremento del 400% rispetto allo scorso anno. È questa la Sardegna che abbiamo portato in giro e il turismo che ci piace e che si completa con quello estivo delle coste e con quello invernale dell’entroterra, che ancora quasi non esiste se non grazie a piccole e virtuose esperienze.
È possibile che tutto questo valga una manciata di secondi? Anzi: quattro millisecondi esatti in cui si bruciano i 60mila euro che ti sono stati platealmente promessi e che, a manifestazione avvenuta e con i soldi spesi, non ti verranno erogati. Creando un buco dell’ozono nel bilancio già consolidato e obbligandoti a fare i conti della serva con la programmazione del 2021

Il suo, giustificato sfogo, si conclude con una frase che lascia riflettere: “Ecco perché siamo tutti “canes de isterzu” (letteralmente “cani da secchio”) a morsicarci gli uni con gli altri e a latrare sotto il tavolo in attesa che ci si butti il pezzo di carne o piuttosto l’osso. Che brutta fine la cultura. E che brutta fine la nostra Regione tanto amata e tanto bisognosa.

Il Time in Jazz non è stato escluso dai finanziamenti per questioni di merito, ma perché da quest’anno i contributi sono stati assegnati con il metodo del “bando a sportello” che assegna i fondi a chi prima presenta la domanda. Un bando da 750mila euro a cui accederanno 22 soggetti su 164 partecipanti. Decisione, questa, presa dall”assessore Gianni Chessa e il suo assessorato.

 

 

 

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