Ieri notte, intorno alle 22, è stata interrogata Patrizia, una donna trans di 43 anni, accusata dell’omicidio volontario di Samuele De Paoli, il ragazzo di 22 anni, trovato privo di vita mercoledì mattina a Perugia.
Il legale della donna, Francesco Gatti, ha dichiarato: “La versione che Patrizia ha rilasciato ai magistrati è congruente con gli elementi di indagine raccolti. La sostanza è che i due si sono incontrati per avere un rapporto, ma ne è nata una lite che è finita con i due entrambi colpiti. Quando lei è andata via lui era vivo”.
Secondo la versione della sospettata, il 22enne l’avrebbe fatta salire sulla sua macchina e si sarebbero appartati per consumare un rapporto sessuale. Ma a un certo punto la situazione è degenerata per ragioni che gli inquirenti di Perugia hanno classificato come futili. Samuele l’avrebbe insultata, definendola non sufficientemente eccitante per lui. Da qui è nata una lite che in breve è passata dalla parole alla violenza fisica. “Lui mi ha strappato i capelli – ha detto Patrizia agli inquirenti – e mi ha colpito al volto”. Secondo la sua versione avrebbe impiegato tutta la sua forza per difendersi dalla furia del 22enne. Ma ha affermato che, dopo che erano caduti nel fosso e lei è riuscita a fuggire, Samuele “era vivo. L’ho sentito parlare”.
Inoltre la donna ha dichiaro agli inquirenti che, secondo lei, il ragazzo era sotto l’effetto di alcool che di droga.