Gigi Buffon ha annunciato l’addio alla Juventus. Ma non è detto che la fine del rapporto con i bianconeri coincida anche con il suo ritiro dal calcio giocato. Sassuolo, Inter, Bologna e la finale di Coppa Italia contro l’Atalanta saranno le ultime apparizioni con la maglia bianconera.
“Quest’anno si chiuderà definitivamente la mia esperienza in bianconero. Da questo punto di vista il mio futuro è molto chiaro. Siamo arrivati alla fine di un ciclo ed è giusto che uno tolga il disturbo. Penso di aver dato tutto per questa maglia e questa società. Ho ricevuto tutto e più di così non si può fare.”
Gioca ancora (forse). A 43 anni la voglia di smettere e appendere i guantoni al chiodo nemmeno lo sfiora. Buffon va a caccia di nuovi stimoli e prima di chiudere del tutto la carriera iniziata a Parma nel ’95 è disposto a lasciarsi tentare da un’ultima sfida: “O smetto di giocare oppure, se trovo una situazione che mi dà stimoli per giocare o fare un’esperienza di vita diversa, la prendo in considerazione. Ad agosto avevo detto alla Juve che avevo in mente di andare in un’altra squadra in Champions. Però c’era l’impegno con loro, c’era l’avvento di Pirlo. Sono una persona leale, non sono venuto meno e sono rimasto volentieri.”
Buffon continua parlando di quello che è successo e che continua a succedere alla Juve. Soprattutto dolo la brutta sconfitta in casa contro il Milan, finita 3-0. Un’annata davvero negativa: “La realtà è che ci è mancata continuità. Ce la siamo sempre giocata alla pari con tutti, soprattutto contro le prime cinque, sei della classifica. Spesso abbiamo vinto, ogni tanto pareggiato e alcune volte perso. Invece contro le squadre meno blasonate abbiamo perso punti stupidi. Questo significa che sei una squadra che deve ancora crescere caratterialmente.”
Affronta anche il tema Ronaldo: “Non basta essere Ronaldo. Il campione può fare la differenza in una squadra, per mentalità e anche risultati sportivi. Ma senza una squadra anche un campione non va da nessuna parte. E rischia di perdere smalto, brillantezza. Fare flop. In parte è capitato anche a Cristiano Ronaldo che a Torino era arrivato con il chiaro obiettivo di vincere la Champions ma, lui come altri, al netto dei gol e del nome, s’è acceso a intermittenza. CR7 ha segnato tanti gol come sempre e spesso ha fatto negli ultimi anni. Quando una squadra conquista risultati importanti si esalta anche il singolo. Ma se questo non succede anche la prestazione del singolo ne risente.”
Un’esperienza durata 20 anni con la Vecchia Signora, a parte la stagione 2018/19, giocata nel PSG, in cui ha conquistato 20 titoli e incassato una serie di record personali. Da quello degli scudetti vinti, 10, a quello delle maggiori presenze in Serie A, battendo Maldini. Ora vuole chiudere l’esperienza bianconera centrando gli ultimi due obiettivi: arrivare tra le prime 4 in campionato e vincere la Coppa Italia contro l’Atalanta.