Afghanistan: Italia via e i Talebani attaccano sminatori. Almeno 10 i morti e 16 feriti

Proprio il giorno in cui il Ministro della Difesa italiana, Lorenzo Guerini, è intervenuto a Herat per il portare ai militari italiani, che stanno progressivamente rientrando dalla missione NATO, il saluto, ma soprattutto, i sentimenti di gratitudine  e compiacimento per l’attività svolta nei 20 anni di presenza sul territorio e di lotta al terrorismo, secondo fonti governative, i Talebani hanno compiuto un attacco attaccano chi stava lavorando per bonificare un’area dalle mine antiuomo disseminate dai terroristi nel terreno.

Sono, infatti,  almeno dieci le persone che hanno perso la vita e 16 quelle rimaste ferite a causa dell’attacco condotto dai Talebani contro alcuni sminatori nel distretto di Baghlan-e-Marzaki, nella provincia di Baghlan in Afghanistan. Lo ha reso noto il Ministero degli Interni di Kabul. Le vittime lavoravano per la compagnia ‘Halo Trust’.

L’emittente Tolo News precisa che i Talebani hanno sparato contro la sede della ditta che si occupa di rimuovere le mine dall’Afghanistan nella provincia settentrionale di Baghlan. Le vittime sono state trasferite nell’ospedale della città di Pul-e-Khumri. I Talebani non hanno ufficialmente rivendicato l’azione, ma il Portavoce del Ministero degli Interni Tariq Arian ha puntato il dito contro di loro. Un portavoce dei Talebani citato dalla DPA ha riferito che verranno eseguite verifiche sull’attacco.

L’organizzazione non governativa Halo Trust conta 2.600 impiegati in Afghanistan, come si legge sul sito Internet della ditta. Il programma di sminamento del Paese è completamente guidato da afghani. Secondo l’ONG Inso, nel 2020 sono stati 180 gli attacchi ai danni delle organizzazioni non governative in Afghanistan. Quattordici gli impiegati uccisi, 27 feriti e 42 rapiti.


Ieri mattina, il Ministro Guerini, durante il suo intervento, aveva detto “Quello che dobbiamo anche chiederci in questi giorni è, come sarebbe stato l’Afghanistan senza questi venti anni di presenza e di lavoro fianco a fianco con i governanti e la popolazione. In questi lunghi anni, insieme ai nostri alleati, abbiamo sviluppato un modello di interazione con la popolazione, fatto di comprensione, disponibilità, empatia, veri moltiplicatori di effetti, che sono anche un segno distintivo dei militari italiani. Lasciamo oggi l’Afghanistan, dopo aver ottenuto sicuramente importanti risultati per la sicurezza internazionale e per la libertà, soprattutto del popolo afgano.

La risposta, purtroppo, non si è fatta attendere ed è arrivata appena poche ore dopo le sue parole.

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