Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in considerazione delle accertate forme di condizionamento dell’Amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha deliberato l’affidamento a una Commissione straordinaria per la gestione del Comune di Foggia, già sciolto in seguito alle dimissioni del Sindaco.
Dalle indagini svolte negli ultimi mesi sono emersi collegamenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata. La Commissione incaricata guiderà il Comune di Foggia per un periodo che va dai 12 ai 18 mesi, di conseguenza non si svolgeranno le elezioni amministrative previste per il prossimo ottobre. Foggia è il secondo capoluogo di provincia a essere sciolto per infiltrazioni mafiose dopo Reggio Calabria nel 2012.
Il Comune era già stato sciolto in via ordinaria dal Prefetto lo scorso 4 maggio, in seguito alle dimissioni dell’ex Sindaco Franco Landella, della Lega, avvenute dopo l’arresto di alcuni Consiglieri comunali della maggioranza per corruzione. Lo stesso Landella il 21 maggio era stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di tentata concussione e corruzione; rimesso poi in libertà dopo dieci giorni.
Le motivazioni dello scioglimento del Comune di Foggia
Le politiche abitative, in particolare gli alloggi popolari, tra i temi più battuti dai Commissari. Tra le questioni, ci sarebbe quella delle case di via La Malfa assegnate in sanatoria a familiari stretti di Roberto Sinesi, boss della “Società Foggiana” detto “Lo zio“, capo indiscusso della batteria Sinesi-Francavilla, attualmente rinchiuso al 41 bis nel carcere di Rebibbia. Risale all’estate 2020 l’assegnazione di alloggio di E.R.P. (edilizia residenziale pubblica) ad una parente stretta del capomafia, già occupante senza titolo dell’abitazione in questione.
Nelle carte in mano alla Ministro Luciana Lamorgese ci sarebbe anche la questione dei mancati certificati antimafia chiesti dall’Amministrazione Comunale ad alcune aziende destinatarie di importanti appalti in città. Società e imprese poi raggiunte da interdittive antimafia. Una circostanza che potrebbe costare l’incandidabilità all’ex Sindaco Franco Landella, in carica dal 2014 al 2021. Nella relazione, scrive l’ANSA, si evidenzia come le indagini svolte dalla Commissione abbiano rilevato “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata e che dal 2014 erano stati denunciati atti intimidatori nei confronti di alcuni Consiglieri comunali e che esisteva una preoccupante pressione criminale sul comune“.