Covid: numeri, numeri e ancora numeri. Ma quanti davvero li capiscono?

Oggi è il 23 agosto 2021 e come tutti i giorni da un anno e mezzo leggiamo i numeri in merito al Covid rilasciati dal Ministero della Salute.

Secondo l’ultimo bollettino del Ministero sono stati registrati 5.923 nuovi contagi e 23 decessi. Il tasso di positività è al 3,4%. Ma chi ha compreso davvero questi numeri? A questa domanda ha risposto, in un’intervista rilasciata all’Ansa, il  il professor Giovanni Cancellieri, docente di Telecomunicazioni all’Università Politecnica delle Marche, esperto di divulgazione scientifica sulle nuove tecnologie e sui modelli matematici. 

Indubbiamente non è semplice decifrare questi dati. Spesso sono il risultato di somme fatte con addendi disomogenei, in quanto misurati con metodologie diverse, che ogni Regione purtroppo applica a suo modo.  Per fare un esempio, uno dei dati più attesi ogni giorno è la percentuale media di contagi su un totale di tamponi eseguiti, parametro detto “tasso di positività”; ma in realtà si tratta di un dato aggregato partendo da contributi parziali molto diversi, come i due tipi di tamponi che si possono eseguire.  Inoltre bisogna tenere conto anche delle specificità dei singoli individui, della carica virale che può essere più o meno alta e quindi durare più o meno a lungo“.

Quindi secondo il professor Giovanni Cancellieri, che di “numeri” se ne intende, ogni giorno leggiamo questi dati ma senza capirne davvero il significato. Infatti questo è quello che alla fine crea più allarmismo. Nel caso odierno il 3,4% di tasso di positività al covid è dato da una serie di fattori; dati che non potrebbero essere usati così in modo leggero. Soprattutto quando le nuove normative per stabilire i colori delle regioni utilizzano altri parametri continuare a rilasciare dati non necessari potrebbe portare a poca comprensione di quello che si legge.

Il professore poi parla di un altro dato che crea alcuni dubbi; ovvero il numero dei decessi. “Anche in questo caso bisogna fare attenzione. La domanda che ci dobbiamo porre è: dopo quanto tempo si manifesta la conseguenza di una certa causa? Ad esempio, una morte può avvenire dopo una settimana o dopo tre mesi dal momento del contagio. Quindi il dato sul numero dei morti da Covid, che viene fornito ogni giorno, riunisce gli effetti di cause molto sparse nel tempo. Al di sotto di cinquanta per le statistiche è un numero aleatorio, come si dice, “puro rumore di fondo”.

Con valori di alcune centinaia, purtroppo, si hanno informazioni più attendibili, ma sempre relativamente ad un tempo molto antecedente quello dei tristi eventi. Per quanto riguarda il numero di nuovi positivi, questo deve essere confrontato con quello dei nuovi negativi. Invece un numero a cui si pone poca attenzione è quello del totale degli infetti. E’ questa massa che, al netto di coloro che sono immunizzati, ad esempio perché hanno avuto la malattia o perché vaccinati con due dosi, fa circolare il virus“.

Quindi è giusto dare numeri che in alcuni casi possono essere definiti “puro rumore di fondo“, come nel caso di oggi sotto i 50? È davvero importante continuare a dare notizie che analizzate dagli occhi di tutti e non da quelli che “ne capiscono” non fanno altro che dare un’immagine di blocco e negatività?

È una materia estremamente complicata che purtroppo spesso viene semplificata grossolanamente. Invece ci sarebbe bisogno di approfondire e comprendere bene i dati prima di esprimere opinioni” conclude il professor Giovanni Cancellieri. 

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it