È morto l’ex Presidente dell’Algeria Abdelaziz Bouteflika: aveva 84 anni. Lo riporta la tv statale algerina citando un comunicato della Presidenza della Repubblica. È stato Presidente dal 1999 al 2019.
Nato e cresciuto in Marocco, inizia la sua carriera sociale arruolandosi a 19 anni nell’ALN o Armata di Liberazione Nazionale. Qui entra nel Clan di Oujdia che prenderà il controllo dell’Algeria liberato con un colpo di stato nei primi Anni Sessanta.
La carriera politica, invece, inizia nel 1962: nel Governo di Ahmend Ben Bella è deputato e Ministro per la Gioventù e lo Sport. È Ministro degli Esteri e presiede l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nel 1981, quando a differenza di quanto pensasse non succede a Boumédiène come Presidente, lascia la politica. L’uscita di scena è effettivamente legata anche a uno scandalo finanziario che lo coinvolge e che definisce sul suo profilo una gestione valutaria occulta a livello del Ministero degli Esteri.
Cinque volte Presidente dell’Algeria, modificata la legge
La carriera politica riprende nel 1999, con un Algeria ferita da guerra civile e golpe. Bouteflika diventa Presidente ottenendo il 74% di voti. Il secondo mandato arriva nel 2004, viene rieletto con l’85% di voti. Il terzo, invece, è del 2009. Lo vince con il 90,24% dei voti.
Nel frattempo è stato ricoverato – chi dice per ulcera, chi per cancro allo stomaco – ed è stato nel mirino di un attentato suicida fallito. Fallito per quanto riguarda l’obiettivo finale, il Presidente, ma riuscito. Il 6 settembre 2007, nel centro di Batna, un uomo si fa esplodere senza riuscire ad aspettare il passaggio di Bouteflika: uccide quindici persone e ne ferisce centoquattordici.
Non lo ferma la Primavera araba e un nuovo ictus nel 2013. La modifica della legge sui mandati ‘passa’ e Bouteflika è Presidente per la quarta volta nel 2014. Viene rieletto con l’81% di voti.
L’ultimo atto nel 2019
A febbraio del 2019 annuncia con un comunicato stampa di voler partecipare alle elezioni presidenziali di aprile: sarebbe il quinto mandato, nonostante fra l’altro le gravi condizioni di salute in cui versa. Il Paese risponde con un’onda di proteste e manifestazioni contro questa possibilità. Bouteflika risponde rimandano le elezioni. Alla fine rinuncia alla candidatura e si dimette il 2 aprile. Da allora fino a ieri, giorno della sua dipartita, è rimasto in solitudine nella sua casa di cura a Zeralda, a ovest di Algeri.