Giancarlo Siani aveva ventisei anni.
Lavorava come giornalista precario per il quotidiano Il Mattino di Napoli,si occupava di camorra ed era diventato un profondo conoscitore della realtà criminale di Torre Annunziata. Una conoscenza che gli è costata la vita.
Simbolo del giornalismo italiano d’inchiesta sul potere criminale, ha saputo entrare nelle sue complesse gerarchie e scavare negli oscuri legami tra quest’ultimo e le Istituzioni.
Giancarlo Siani ,il suo interesse per l’emarginazione e il disagio giovanile
Nato a Napoli e figlio della media borghesia del Vomero, Siani decide di dedicarsi alla carta stampata.
L’emarginazione e il disagio sociale, specialmente tra i più giovani,catalizzano le sue energie,sia sotto il profilo della ricerca e dello studio della realtà cittadina ,sia per le proprie inchieste di denuncia e sensibilizzazione.
Non a caso, infatti, il disagio giovanile e le difficili condizioni di alcuni quartieri
di Napoli rappresentano fattori ambientali decisivi per l’agire delle
organizzazioni camorristiche, soprattutto per il reclutamento di giovani nelle
dinamiche criminali del traffico di stupefacenti.
Una straordinaria abilità di analisi, la sua, avvertita sempre più come un pericolo dai boss dell’area, in particolare dal clan dei Nuvoletta .Difatti, la sua uccisione fu ordinata dal boss Angelo Nuvoletta, per volontà di Totò Riina,Capo di Cosa Nostra .
Il motivo dell’assassinio fu un articolo del 10 giugno 1985, in cui Siani informò l’opinione pubblica che l’arresto del boss Valentino Gionta era stato possibile grazie ad una soffiata degli storici alleati Nuvoletta, che tradirono Gionta in cambio di una tregua con i nemici casalesi.
La morte di Siani per mano di un commando
23 settembre 1985: un commando di killer sopraggiunge nei pressi dell’abitazione di Giancarlo ,nel quartiere napoletano dell’Arenella , intorno alle 20.30 e gli spara mentre il giornalista è ancora a bordo della sua auto, una Citroen Mehari con capote in tela. Gli assassini,lo colpiscono dieci volte alla testa con i proiettili di due pistole Beretta 7,65.
Nel 1997 gli esecutori materiali e i mandanti dell’omicidio ,sono stati assicurati alla Giustizia e condannati all’ergastolo dalla Corte di Assise di Napoli.
In ricordo di Giancarlo
A Giancarlo Siani sono dedicate innumerevoli strade, piazze e Istituti scolastici
nella provincia di Napoli e in tutta Italia.
Anche lo Stato ha onorato il sacrificio di Giancarlo Siani, con il riconoscimento
concesso dal Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso di cui
alla legge n. 512/1999, a favore dei suoi familiari, costituitisi parte civile nel processo.
Inoltre l’’Ordine dei giornalisti ha consegnato ai familiari di Siani la tessera da giornalista professionista, qualifica che a Giancarlo fu impedito di ottenere.