330 arresti nel giro di vite internazionale. Avviate 37 nuove indagini

Le forze di Polizia europee lavorano insieme per combattere la criminalità organizzata internazionale proveniente dall’Europa sudorientale.
Questo è il senso dei Joint Action Days (JADS), che si sono svolti dal 15 al 18 settembre scorso in 27 Paesi con il coordinamento di Europol e che hanno concentrato l’attenzione su tre fenomeni criminali in particolare: l’immigrazione clandestina, il traffico illegale di armi da fuoco e il narcottraffico.

Si tratta di priorità fondamentali dell’EMPACT (European Multi- disciplinary Platform Against Criminal Threats), la piattaforma europea in cui, attraverso piani operativi annuali, viene data concreta attuazione all’azione di contrasto alle minacce ritenute prioritarie in ambito europeo.

L’operazione ha riunito: Stati dell’Unione Europea: Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia; Stati Non-UE: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Svizzera, Ucraina , Regno Unito, Stati Uniti; Agenzie Europee: Europol, Eurojust, Frontex; Partner internazionali istituzionali: Interpol, PCC-SEE, IPA/2019 per il contrasto al crimine organizzato nei Balcani Occidentali, SEESAC.

Sono stati impegnati quasi 11mila agenti delle forze dell’ordine nei JADS dislocando operatori di polizia e funzionari della dogana nei porti, negli aeroporti e lungo le frontiere marittime e terrestri. Grande successo contro i traffici illeciti. Durante i 4 giorni d’azione, più di 33.000 persone e 22.000 veicoli sono stati controllati in località transfrontaliere e in hotspot tipici del traffico criminale. Sono 330 gli arresti effettuati nei diversi paesi partecipanti con avvio di 37 nuove attività investigative.

Sono state, inoltre, sequestrati 154 armi di diverso tipo e un ingente quantitativo di diversi tipi di sostanze stupefacenti e documenti falsi. Il gruppo di lavoro EMPACT sulle armi da fuoco, guidato dalla Guardia Civil spagnola, ha coordinato tutta l’operazione con il sostegno di Europol.

Le aree a rischio più elevato, con particolare focus sull’ Europa Sud Orientale, sono state individuate preventivamente a seguito di un lavoro a monte di raccolta e analisi di informazioni tra le autorità nazionali, Europol e i partner istituzionali.

La cornice operativa entro la quale si sono svolti i JADS è stata, infatti, costruita in base a controlli incrociati sulle banche dati per agevolare lo sviluppo delle indagini, i controlli, le analisi, lo scambio di informazioni e la comunicazione in tempo reale.
Nel corso dell’operazione, Europol ha poi istituito un centro di coordinamento operativo per consentire briefing quotidiani e sostenere lo scambio di informazioni tra i partecipanti.

In Italia 

In Italia, i Joint Action Days hanno coinvolto le articolazioni della Polizia di Stato (nei settori dell’immigrazione e polizia delle frontiere, servizi antidroga e antiterrorismo), dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, sotto l’ egida della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che esprime il Coordinatore Nazionale Empact.

Complessivamente, nel solo periodo operativo, sono stati impiegati più di 3.000 operatori che hanno contribuito al numero di arresti e di sequestri complessivo.
In Italia, il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Vittorio Rizzi, ha commentato: “Abbiamo contribuito in modo convinto ai Joint Action Days perché da sempre l’Italia sostiene un approccio sistemico ed integrato nell’azione di contrasto alle reti criminali. Tutte le forze di polizia italiane, insieme alle Dogane, hanno prima pianificato e poi svolto l’attività operativa con ottimi risultati, impiegando più di 3000 operatori dislocati nei punti di frontiera nevralgici”.

Il Dirigente Superiore Carlo Verdiglione, Coordinatore Nazionale Empact e Project leader del Progetto IPA, ha commentato: “L’ Italia sta assumendo un ruolo sempre più proattivo nell’ambito dell’esercizio, mettendo a fattore comune le esperienze maturate nel contrasto alle fenomenologie criminali”.

 

 

 

 

 

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