La tragedia dell’ultraleggero schiantatosi a San Donato Milanese frazione del comune di Milano ancora non ha una risposta chiara. Le otto persone a bordo, tra cui un bambino, sono tutte morte. Il velivolo si è schiantato contro un palazzo in ristrutturazione nei pressi della metropolitana, provocando un incendio. Ad una prima ricostruzione della dinamica si sa che alle 13:07, tre minuti dopo il decollo, l’ultraleggero devia dalla rotta autorizzata e inizia a perdere 25-30 metri di quota al secondo.
In quel momento la Torre di controllo di Linate, uno dei tre aeroporti di Milano, chiede al pilota: “Perché avete deviato? Per evitare una turbolenza?” ricevendo come risposta un secco “No“. Subito dopo il velivolo è sparito dai radar.
“L’aereo aveva un motore in fiamme ed è venuto giù in picchiata, non si sono viste manovre, ma è proprio precipitato” – sono le parole di alcun testimoni che hanno visto il piccolo aeroplano precipitare sulla palazzina a San Donato Milanese. “Ho sentito un aeroplano che stava per cadere, con le eliche che si fermavano, poi ho sentito le finestre tremare e, come nei film, sono andato alla finestra e ho visto una colonna di fumo alzarsi“, ha riferito un ragazzo che abita a poche decine di metri dalla palazzina contro cui si è schiantato il velivolo.
Come riporta il Corriere della Sera, l’aereo pilotato dal 68enne Dan Petrescu scompare dai monitor senza alcun allarme e senza chiedere di rientrare d’urgenza in aeroporto. In quel momento i bollettini meteo su San Donato mostrano pioviggine, vento leggero e nuvole basse. Il velivolo perde quota per sedici secondi fino a schiantarsi.
La scatola nera è stata recuperata e forse attraverso quella sarà più semplice capire e ricostruire la dinamica dell’incidente insieme ai video delle telecamere di sorveglianza che sono stati acquisiti dal pm incaricato dell’indagine che hanno ripreso il momento, pochi secondi, dell’impatto e che ha portato alla morte di otto persone.