Sanremo 2022 – La prima serata. I Sì, i No e… i Nì

Siamo onesti di tanto in tanto. Sanremo la prima volta non ci è mai piaciuto, tanto da ripetere ogni singolo anno: “quello dell’anno scorso era meglio”. Sulla scia della tradizione /(slash) critica, anche quest’anno diremo che no! Ieri sera Sanremo non ci ha fatto impazzire. Ma come è gusto che sia, andiamo per gradi.

Impacchettato in un completo nero scintillante di Gai Mattiolo, il padrone di casa Amadeus, dà inizio alla 72esima edizione del Festival di Sanremo. A dire il vero un Ama un pochino solo in quell’immenso palco, ma l’attenzione si è spostata subito sulla musica, presentata, almeno la prima sera, come gli esami di maturità: un brano dietro l’altro spezzato da pochissimi interventi.

Senza andare in ordine cronologico riportiamo una sintesi di pagelle, e perché no anche i meme, dei 12 artisti che si sono esibiti ieri sera. Nota da non poter assolutamente omettere: le pagelle sono frutto di brani che si sono riusciti vagamente a sentire dato l’immancabile problema acustico che Sanremo ogni anno gentilmente ci regala.

I 12 artisti 

Apre le danze il “rivoluzionario sanremese”, Achille Lauro con il brano “Domenica” accompagnato dal coro di Harlem. Delusione per i suoi fan che aspettando un travestimento degno del cantante, si sono ritrovati un po’ un Jim Morrison dei tempi moderni: pantalone di pelle, scalzo e a petto nudo con i tatuaggi in bellissima vista. Tocco finale: autobattesimo. Ma il brano non convince. Sufficienza striminzita e nella classifica della sala stampa si piazza al nono posto.

Yuman, “Ora e qui”. Il web si è divertito a giocare con il suo abbigliamento e i più attenti hanno notato una certa somiglianza con il celebre personaggio Frankenstein. Un 6.5/7 se lo guadagna, ma la sala stampa lo mette penultimo.

Noemi “Ti amo, non lo so dire”. Una Noemi sempre più in forma, più rossa, più chiara e con un vestito da paura che dona un po’ di eleganza di fronte a un dress code eccessivamente nero. Brano non valutabile al primo ascolto, ma per Noemi è 6 politico. Sesta posizione per lei.

Gianni Morandi, “Apri tutte le porte”. Brano ballabile stile Stasera mi butto, un tono di allegria e sicuro da radio. Alcuni azzardano un 8, noi facciamo qualcosina in meno. Ma la sala stampa lo fa salire in classifica fino al quarto posto.

La Rappresentante di Lista, “Ciao Ciao”. Vi ricordate Veronica? Bene dimenticatela perché è totalmente un’altra persona. Il brano convince la stampa che lo mette addirittura al secondo posto. Ci pensiamo su perché vogliamo riascoltarla.

Michele Bravi, “Inverno dei fiori”. Entra Michele ed è subito Tim Burton con Edward mani di forbici. Anche lui canzone sufficiente ma nella classifica provvisoria arriva settimo.

Massimo Ranieri, “Lettera di là dal mare”. Con il cuore sognante sulle note di Perdere l’amore, con tanta tristezza, non possiamo dire che la canzone ci abbia emozionato e nemmeno convinto per questo Festival. Come per Noemi, 6 politico. Quinta posizione.

Mahomood e Blanco, “Brividi”. Se dovessimo giudicare su 12 brani, Sanremo potrebbe anche finire qui. Vincono loro. Giovani, belli, emozionanti e coinvolgenti. Un brano ricco di significato raccontato dalle loro tanto diverse quanto vibranti voci. Paura di amare, ma non di dire quello che già tutti gli italiani pensano. Comunque vada, andrete lontano. 8e1/2 per noi e primo posto in classifica.

Ana Mena, “Duecentomila ore”. Un po’ tormentone il brano, un po’ bambola lei. Il suo è un ultimo posto per la sala stampa, ma il brano girerà nelle radio per un bel po’. Noi? un 6—

Rkomi, “Insuperabile”. Partiamo dalla classifica: 8° posto. Il brano leggermente rock che quest’anno, forse, Sanremo presenta. Un po’ Maneskin a dire la verità (se ci è concesso dirlo). Ma come si dice? Il ragazzo sa il fatto suo. 7 (vagamente regalato).

Dargen D’Amico, “Dove si balla”. Rosa Bubble e occhiali. Look pink ma che porta una ventata di leggerezza. Insomma, il brano leggero che serviva e che si guadagna pienamente la sufficienza. Terzo posto per lui.

Giusy Ferreri, “Miele”. A fine serata si fa un salto indietro nel tempo con un tocco retrò della prima “figlia” di XFactor. Abituati alla sua voce da tormentone, ci aspettavamo qualcosa di meglio. Come si dice in questi casi: una via di mezzo. 6 per noi e 10°posto per lei.

I Sì e i No della prima serata 

Finite le pagelle dei veri protagonisti del Festival -le canzoni – ora si va a briglie sciolte per tutto il resto. Prima serata di tanti no: look troppo nero, un Fiorello “Too much” con tutto fumo e niente arrosto. Un Fiorello stanco di un altro Sanremo? Ornella Muti bella statuina: son finiti i bei tempi passati. Audio da rivedere come ogni anno, collegamenti dalla nave da crociera Costa Toscana senza arte né parte. Ne è valsa la pena solo per Orietta Berti e il suo outfit futuristico in vinile e la semplicità di Fabio Rovazzi.

Poi ci sono i nostri Nì (a cavallo tra il sì e il no) che vanno agli ospiti: i Meduza che portano l’Italia nel Mondo e la maggior parte della gente non lo sapeva; la bellezza di Raoul Bova a fine serata e il breve sketch con Nino Frassica.


Infine, i nostri big Sì. La magnificenza dei Maneskin ( soprattutto di Damiano): dal loro look al brano Coraline e infine l’emozione del frontman. Sì anche a un altro orgoglio italiano: Matteo Berrettini. E infine un maestoso Sì, seppur messo troppo tardi, va al ricordo di un grande artista: Franco Battiato.

Prima serata boom di ascolti: 54,7% di share. A chi devono l’onore?

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