Sanremo 2022: lettera aperta al Direttore di Rai Uno

Caro Direttore.

Senza nulla togliere allo spessore dei contenuti e alla ricca e programmazione di Rai Uno, il Festival 2022, al di là della fredda, seppure importante, elencazione dei numeri degli ascolti,  ha rappresentato certamente un momento topico della televisione, per aver saputo trasmettere un messaggio di serenità e di spensieratezza misto ad intensi e toccanti  momenti di riflessione sulle realtà del momento, che stiamo vivendo in questo delicato, complesso e inquietante periodo storico.

La riconferma di una personalità come Amadeus è stata una scelta appropriata, sia per le doti di collaudata professionalità, ma soprattutto per le virtù personali di grande generosità, sensibilità e umanità che, in questo momento, appaiono risorse irrinunciabili per chi svolge come la Rai il ruolo editoriale di servizio pubblico e si rivolge ad una platea particolarmente provata da condizioni di vita inattese e preoccupanti.

Al di là della qualità del prodotto televisivo confezionato dal grande team della Rai, che non mi stupisce per le prove di grande professionalità alle quali ha abituato i telespettatori in precedenti iniziative di respiro nazionale e internazionale,  il significativo successo conseguito con gli ascolti da questa edizione del Festival di Sanremo, premia la qualità della Direzione Artistica, quella del prodotto realizzato, le performance degli artisti in gara e degli ospiti prescelti e probabilmente sfrutta, legittimamente, anche la voglia di riassaporare il gusto della “normalità”, da parte della numerosa platea di telespettatori che si è potuta rispecchiare in quella vasta e vitale che ha animato le serate della manifestazione al Teatro Ariston.

Tutto serve a trovare le giuste energie per reagire, lottare e vincere questa durissima battaglia che combattiamo da oramai due anni e la Rai, che ci ha accompagnato anche durante i mesi delle sofferenze e del dolore, oggi è giusto che si impegni a farci da apripista lungo la via della nuova normalità, con iniziative di intrattenimento e d’informazione che alimentino il coraggio, la speranza e quella “stupida voglia di vivere”, come recita metaforicamente la canzone della bravissima Elisa.

Le  critiche, caro Direttore,  sono venute e verranno certamente, ma è giusto che sia così, perchè esse rappresentano  il seme del miglioramento e delle novità su cui costruire il futuro.

Complimenti e buon lavoro.

Antonello Romano 

 

 

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