Gli animali domestici vittime inconsapevoli della guerra in Ucraina

Le immagini che arrivano dall’Ucraina assediata, sono documenti di una tragedia collettiva. Macerie, morti e feriti, dolore. Ed è toccante vedere come gli ucraini, nel loro disperato tentativo di sopravvivere ,portino con sé i propri cari anche quando si tratta “solo” del loro amico a quattro zampe.  Foto riprese nei sotterranei della metropolitana, nelle strade, alle stazioni ferroviarie, ci mostrano questi esseri umani in fuga, con accanto il loro cane o gatto, che a volte sono  addirittura tenuti in braccio, forse per proteggerli  o forse per rassicurare sé stessi abbracciando chi si ama.

La Presidente dell’Enpa

Si scappa con gli affetti. È quasi una forza irrazionale. Esiste una sfera intima delle famiglie in cui non ci sono affetti di serie A e di serie B e gli animali domestici ne fanno parte. Per questo vediamo la gente scappare con il cane o il gatto in braccio e per mano i bambini“. Carla Rocchi, antropologa, è la Presidente dell’Ente nazionale protezione animali. Di scenari di guerra e di emergenze ne ha vissute molte ed è convinta che “mai come in un momento così tragico, in cui si scappa dalla guerra, gli animali fanno parte della famiglia. Lasciare il proprio Paese è una scelta difficilissima. Non posso portarmi via la casa, ma mi porto via il mio cane, il gatto. È l’immagine della mia vita prima“.

La nota del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute autorizza l’ingresso di cani e gatti al seguito di rifugiati provenienti dall’Ucraina, anche senza passaporto europeo per animali da compagniaSaranno regolarizzati successivamente all’arrivo in Italia.

“In considerazione della preoccupante situazione che si è sviluppata in Ucraina, è stata diffusa una nota riguardo le misure eccezionali per l’ingresso di animali domestici nell’UE al seguito di rifugiati.
La Commissione europea, per favorire l’introduzione di pet provenienti dall’Ucraina, ha dato la possibilità ai paesi membri di derogare quanto stabilito dal Regolamento (UE) 576/2013. Il Ministero della salute ha immediatamente informato la Commissione europea e i Paesi membri di accettare la possibilità di introduzione in Italia di animali da compagnia movimentati al seguito dei cittadini provenienti dall’Ucraina senza la preventiva richiesta e il preventivo rilascio dell’autorizzazione prevista dall’articolo 32 del regolamento (UE) 576/2013, anche al fine di tutelare il rispetto del benessere degli animali. 

L’intervento della Lav.

“Abbiamo già 10 sedi attive sul territorio, che insieme alla nostra Unità di Emergenza sono pronte a fornire assistenza alle persone in arrivo in Italia con animali al seguito, e stanno allestendo per loro dei kit di prima necessità contenenti cibo, sabbietta, ciotola, salviette, e cassetta per i bisogni per i gatti e cibo, guinzaglio, pettorina, sacchetti per i bisogni e salviette per i cani.”

Il dramma dei rifugi per animali.

Sempre la Lav,Associazione animalista italiana , comunica che è emergenza anche per gli animali che si trovavano o che sono stati accolti nei rifugi:”La situazione per gli animali rimasti in Ucraina è molto critica, c’è scarsità di cibo e di altri generi e molte delle realtà che se ne prendono cura sono in difficoltà.”

Noi non ce ne andiamo, non c’è modo di spostare gli animali in sicurezza”. È la risposta unanime che giunge dai rifugi in Ucraina. Molti di questi si trovano nelle campagne o fuori dai centri abitati, hanno subito bombardamenti e raid aerei e ora devono fare i conti con la mancanza dell’elettricità ,in seguito ai bombardamenti e con le riserve di cibo e acqua che iniziano a scarseggiare.

Abbiamo molte offerte dall’estero di associazioni che ci potrebbero portare delle risorse, ma il problema è che dovrebbero fermarsi al confine”,  spiega, inoltre, Olga Chevganiuk co-fondatrice di Ua Animals “Le strade non sono sicure e non riusciamo a trovare qualcuno che dal confine porti le risorse fino ai rifugi”.

Si ,i pelosi :un dramma nel dramma

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