Ucraina il punto

Ucraina (11 giugno ore 9:30) – il punto sulla guerra

Sul campo, la guerra è concentrata nel Donetsk e nel Lugansk. Severodonetsk è la città al centro del conflitto.

Sergiy Gaidai, Capo dell’Amministrazione militare regionale, ha fatto sapere che l’esercito russo starebbe cercando di stabilire il pieno controllo sulla regione di Lugansk entro una data ben precisa e quindi prevede un aumento dell’offensiva. La date in proposito è il 12 giugno, il ‘Giorno della Russia’. Ma forse è l’ennesimo lancio di propaganda russa. Un po’ come era stato per il 9 maggio, il giorno in cui l’operazione speciale in Ucraina sarebbe dovuta terminare.

A partire da oggi, passaporti russi verranno distribuiti nelle zone della regione ucraina di Zaporizhzhia controllata dalle truppe di Mosca. I titolari saranno considerati cittadini russi a pieno titolo, ha annunciato all’emittente russa Rossiya-24 Vladimir Rogov, membro dell’autorità russa di occupazione. Secondo quanto sostenuto da Rogov, più di 70.000 persone avrebbero presentato domanda nella regione. Il presidente russo Vladimir Putin ha semplificato il mese scorso la procedura per ricevere un passaporto russo. Mosca ha distribuito i documenti in alcune aree occupate e ha introdotto il rublo come valuta mentre le autorità ucraine continuano a denunciare le forze russe, accusate di costringere i residenti a prendere la cittadinanza russa.

Emergenza armi, “l’Ucraina ha quasi esaurito le munizioni”

L’emergenza dell’Ucraina sul campo è dettata dalla disparità di armamenti con la Russia. “L’Ucraina ha quasi esaurito le munizioni e sta perdendo la battaglia su diversi fronti”. È quanto ha ammesso il Vicecapo dell’intelligence militare ucraina, Vadym Skibitsky, il quale – in un’intervista al Guardian – ha affermato che il Paese ora dipende quasi esclusivamente dalle armi dell’Occidente per contrastare la Russia.

Ukraine Weapons Tracker, uno dei canali social più attivi nel diffondere e analizzare materiale sugli armamenti usati da entrambe le parti nel conflitto, ha diffuso una nuova ripresa. Si vede un lanciarazzi multiplo ucraino Bureviy. “Si tratta di una modifica ucraina del sistema MRL sovietico BM-27 Uragan da 220 mm, ma montato su un telaio Tatra T815-7T3RC1 corazzato e con un moderno fuoco digitale sistema di controllo”, si legge sui profili Telegram e Twitter.

Bureviy in ucraino significa “tempestoso”. Questo sistema di artiglieria fu presentato dalla società di stato Ukroboronprom per la prima volta nel 2020 ed è un importante aggiornamento del lanciarazzi Uragan, che risale al 1975 ed è sempre stato considerato molto efficace. Usa le stesse munizioni dell’originale Uragan, facilmente reperibili quindi in Europa orientale. Sono missili lunghi 4,8 metri e pesanti quasi tre quintali, la gittata arriva fino a 35km.

Continuano numerose le attestazioni di solidarietà all’Ucraina. Due sono venute da ‘vip’ degli USA. La prima è l’attrice e modella americana Milla Jovovich, nata a Kiev e poi emigrata, prima a Londra poi negli Stati Uniti. Il commosso e accorato appello della Jovovich termina con le parole: “Voglio dirvi: vi vediamo, preghiamo per voi e vi vogliamo bene. E vi ringraziamo per aver lottato per la libertà“.

Obama: “sostegno (ad Ucraina) deve restare forte fino a una risoluzione del conflitto”

L’altro messaggio al mondo sul conflitto viene dall’ex Presidente USA Barak Obama al Copenhagen Democracy Forum. Obama mette in guardia dagli autocrati “che prendono di mira le minoranze e spesso si beffano delle leggi internazionali”, e la guerra in Ucraina “è lungi dal finire“. E prosegue: “la democrazia va difesa dagli autocrati che opprimono, ed agli appelli populisti basati su paura intolleranza e risentimento”. Gli ucraini ha proseguito – “Sono uniti non solo in difesa della loro sovranità, ma anche della loro identità democratica: ed il nostro sostegno deve restare forte fino a una risoluzione del conflitto”. Poi il riferimento alla situazione in USA: “queste forze hanno causato l’assalto al Congresso e stanno ancora alimentando teorie della cospirazione e della disinformazione”. Il riferimento indiretto è a quel Donald Trump che lo ha sostituito, e che potrebbe ricandidarsi alla Casa Bianca nel 2024. Un’ipotesi che Obama non sembra voler neanche immaginare.


 

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