Oggi 28 ottobre 2022, ricorrono i 100 anni della Marcia su Roma, la manifestazione armata del 28 ottobre 1922 con la quale Benito Mussolini e le sue camicie nere presero il potere instaurando di fatto,il ventennio fascista.
Quel giorno circa 20mila uomini, armati e appartenenti al neonato Partito Nazionale Fascista (PNF), entrarono nella capitale del Regno d’Italia con l’intento di occuparla e costringere il re Vittorio Emanuele III ad affidare il Governo a Mussolini. Da quel momento, Mussolini e i suoi, non abbandonarono il potere per i successivi 20 anni e la Marcia su Roma venne celebrata dal nuovo regime come “l’anno zero” della rivoluzione che aveva consegnato l’Italia a un futuro libero e glorioso.
28 ottobre 1922
La presa del potere da parte di Benito Mussolini avvenne per vie semi legali, in quanto la prospettiva insurrezionale fu accettata passivamente dallo Stato e immediatamente dopo, ufficializzata con l’incarico dato dal Re a Mussolini di formare un nuovo Governo.
Per far sì che il Re Vittorio Emanuele III destituisse il Governo in carica per dare mandato ai fascisti, Mussolini e i suoi gerarchi volevano occupare Roma con un vero esercito di volontari e squadristi. A orchestrare le operazioni furono i capi delle milizie fasciste Emilio De Bono, Italo Balbo, Michele Bianchi e Cesare Maria De Vecchi che vennero insigniti da Mussolini del titolo di quadrumviri, in richiamo alla storia romana.
Sede delle operazioni fu la città di Perugia e il 27 ottobre 1922 treni carichi di fascisti iniziarono a confluire sulla Capitale. Il giorno dopo, il fatidico 28 ottobre, circa 20mila camicie nere si erano radunati a Roma per occupare le sedi del potere politico. Mussolini, invece, rimase a Milano a seguire l’evolversi della situazione.
Vittorio Emanuele III non firmò lo stato d’assedio
Intanto 30mila unità dell’Esercito Regio Italiano, erano schierate a difesa della Capitale. Alle cinque del mattino Luigi Facta, Capo del Governo, aveva dichiarato lo stato d’assedio, un provvedimento che avrebbe dato il via libera all’esercito per attaccare e reprimere gli squadristi fascisti. Tale ordine doveva essere controfirmato dal Re, il quale invece, si rifiutò di appoggiare la dichiarazione di Facta, lasciando che i fascisti sfilassero in città, occupandola simbolicamente.
Il giorno dopo la marcia, Vittorio Emanuele III si mise in contatto con Mussolini che partì per Roma per ricevere il nuovo incarico. Il 30 settembre 1922, i due s’incontrarono e il leader del PNF ottenne di formare un nuovo Governo ed ebbe così inizio il regime fascista.
Discorso di Mussolini alla Camera dei Deputati
Il 16 novembre Benito Mussolini si presentò alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia e pronunciò un discorso , divenuto famoso come “discorso del bivacco”, di cui questo è il passaggio più significativo: “Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.”