CNA, probabile che una PMI su quattro chiuderà nel 2021

Una piccola impresa (PMI) su quattro teme di chiudere nel 2021 se l’attuale stato di difficoltà dovesse protrarsi nei mesi a venire”. A rilevare questa situazione un’indagine del Centro Studi CNA tra gli iscritti alla Confederazione dal titolo “Pensare a un futuro senza Covid.

Le aspettative delle PMI per il 2021

Il timore di cessare l’attività sono diffuse al 43,5% delle imprese nel turismo, il 33,3% nei trasporti e il 31,7% nei servizi per la persona.  Il 74,1% delle imprese  immagina che la caduta del Pil registrata nel 2020 possa essere recuperata solo parzialmente nel 2021.

A livello aziendale, l’8,7% si aspetta nel 2021 un incremento rispetto a risultati pre-Covid e il 24,2% ritiene che recupererà le perdite accumulate nel 2020, ma un predominante 67,1% è scarsamente o per nulla fiducioso.

In particolare, il 40,1% è convinto che nel 2021 non tornerà ai livelli precedenti al 2020 e il 27% ha addirittura paura di chiudere nei prossimi mesi.

I settori più ottimisti sono l’edilizia (il 46,5% è orientato favorevolmente, anche grazie alle speranze riposte nel Superbonus) e l’industria (36,2%).

Sulle PMI in Italia

Il rapporto tra PMI e grandi aziende o multinazionali varia da paese a paese e caratterizza il sistema economico-produttivo di ciascun paese. L’Italia, ad esempio, è nota per essere un paese con una forte diffusione di PMI rispetto a grandi aziende con implicazioni sul suo assetto economico. Questo fattore spesso è considerato una debolezza intrinseca (minore stabilità economica).  In altri paesi, infatti,  con maggiore presenza di grandi imprese/industrie che regolano la competitività a livello internazionale, le PMI sono più forti.

Piccole e medie aziende soffrono spesso la concorrenza di grandi aziende e multinazionali, necessitando anch’esse del ricorso al credito da parte degli istituti bancari per promuovere i propri investimenti per ricerca e sviluppo o altri progetti finanziari, ricorso che però spesso è valutato più rischioso dagli istituti di credito e quindi concesso da questi meno favorevolmente e frequentemente.

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Redazione

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