Chiara Francini, il monologo sull’assenza e sul difficile ruolo della maternità

Il tema delle donne, sempre più numerose, che per scelta o per impossibilità non hanno un figlio è stato scelto da una bravissima Chiara Francini, l’attrice scelta da Amadeus per il monologo che ieri sera la coconduttrice ha rivolto al pubblico del Festival  di Sanremo.

Arriva un momento della vita – dice l’attrice – in cui è chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio. Ora, io un figlio non ce l’ho, però credo sia una cosa dopo la quale è chiaro che non potrai più essere più giovane come lo eri a sedici anni, col liceo, la discoteca e il motorino. E c’è un momento in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. È una valanga. Quando un’amica ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata, non sai mai che faccia fare, c’è come qualcosa che ti esplode dentro, un buco. E mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perché la gente incinta è violenta e vuole solo essere festeggiata. E non c’è spazio per la tua paura, per la tua solitudine. Tu devi festeggiare. Come l’albero di Natale che tengo acceso tutto l’anno in salotto, del tutto insensato. Poi arriva la consapevolezza che il tempo passa e che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché anche quando ti ti decidi magari il corpo ti fa il dito medio e tu, allora, rimani col dubbio di aver sbagliato, di aver aspettato troppo, di essere una fallita”.

Poi si rivolge al figlio che vorrebbe senza nascondere i timori di un compito firse troppo difficile da assolvere o di farlo in modo sbagliato –  “E se viene troppo diverso da me? So e quasi spero che se sarai maschio sarai gay, e ti amerò così tanto. Però forse preferirei non lo fossi, perché sarà più difficile e io vorrei che per te fosse facile. Vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia il male, l’ingiusto, perché è con quell’odio che si fa tutto. Non è vero che si fa con l’amore”.

E prosegue : “ Non essere una di quelle creature troppo buone, perché poi dovrei passare la vita a difenderti. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda, perché non so cucinare, perché non mi sono mai sposata e perché non ho avuto figli. Lo so che razionalmente non è così, ma dentro di me c’è questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata. E io ti aspetto e ti desidero così tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo? Ma che mamma sono? No, ancora non sono una mamma. E in tutto questo bisogno di arrivare, in mezzo a tutta questa rabbia, a questo amore, io forse non so dove metterti. O, forse, sei tu che non vuoi venire da me, perché pensi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita. Ma io volevo solo essere brava, preparata, che tu fossi fiero di me, anche se ancora non ci sei. Forse – conclude – perché ci sei sempre stato”.

(Foto screenshot Rai)

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