“Questo Governo, attraverso l’incentivo al lavoro e al sostegno ai concittadini più fragili, impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno soffia cercando di costruire un dissenso“. Così la Ministra del Lavoro, Marina Calderone nel corso del question time alla Camera dedicato al Reddito di cittadinanza.
“Stiamo svolgendo un lavoro serio e complesso per superare” la misura, ha aggiunto la Ministro, continuando in replica alle accuse di innescare una bomba sociale con la decisione di riformare: “Sulla scorta di informazioni non abbiamo ricevuto dal Ministero dell’Interno, al momento, nessuna indicazioni dalla rete delle prefetture. Nel 2023, sono state 39 le iniziative di cui 3 dal 28 luglio ad oggi che nel complesso non hanno destato particolari turbative. Anche il presidio a Napoli ha visto la partecipazione di 30 persone”.
“Non ho mai pensato – ha poi aggiunto la Ministra rispondendo a Valentina Barzotti del M5S che l’aveva accusata di assenza in Aula – di sottrarmi al confronto in Parlamento per il rispetto istituzionale che contraddistingue il mio operato. Al contrario rispondo anche quando questi muovono da ragioni di parte e propagandistiche”.
Cosa faranno i 159mila nuclei senza Rdc
Dei 159mila nuclei fuori dal Reddito di cittadinanza, “112mila sono attivabili sul patto del lavoro e il 35% di questi ultimi risulta iscritto a una delle politiche attive previste. E quindi godrà dal 1 settembre prossimo del beneficio dei 350 euro al mese previsti dal Supporto per la formazione e lavoro”, spiega ancora Calderone sui numeri al centro delle polemiche. “Questo è un obiettivo che il governo non intende mancare ma trascurato da chi, oggi, agitando gli animi evoca disordini”, sottolinea.
“Per quanto riguarda i nuclei fragili, i servizi sociali hanno già avviato la fase di valutazione multidimensionale successiva alla presa in carico, avvenuta sin dai primi giorni di luglio, per 88mila soggetti. Questa platea, successivamente ad una fase transitoria in cui continuerà a percepire il Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre prossimo, beneficerà senza alcuna interruzione dell’assegno di inclusione a partire dal 1 gennaio 2024“, assicura la ministra.
“Circa 300 Centri per l’impiego presentano uno stato di avanzamento dell’attività superiore al 50%; tra i 327 e i 374 hanno invece completato al 100% almeno la metà delle attività programmate a livello regionale. Quanto alla capacità dei Centri per l’impiego di sostenere e gestire il patto di servizio personalizzato, al 30 giugno 2023, dall’avvio del programma Gol, sono stai presi in carico 1,3 mln di persone”, spiega nell’aggiornare il ruolino di marcia relativo ai Cpi, fondamentali per gestire la ricerca di lavoro per quegli occupabili che non potranno beneficiare più del reddito.
Calderone: un lavoro di Governo senza precedenti
“Da questi dati risulta chiaramente che il Ministero è concentrato con attenzione ed estrema scrupolosità che, posso garantire, non trovano precedenti in altre esperienze di Governo. Un lavoro articolato, il nostro, che vede già i i suoi risultati come gli ultimi dati dell’occupazione dimostrano”, spiega.
Il limite temporale dei 7 mesi previsti dalla legge di bilancio, continua la Ministra, “non si applica ai percettori dell’Rdc che prima di questo limite temporale sono stati presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro. Per questa platea, i servizi sociali non oltre il 31 ottobre prossimo comunicano all’Inps l’avvenuta presa in carico. In assenza di questa comunicazione l’erogazione è sospesa ma potrà essere riattivata”.
“Per quel che riguarda i soggetti presi in carico dai servizi sociali le misure del Governo risultano chiare e definite sin da subito senza che si possa sostenere la sussistenza di nessuna situazione di incertezza e abbandono dei nuclei familiari e delle persone che percepivano il reddito di cittadinanza. Non c’è stata nessuna incertezza normativa né abbandono delle strutture territoriali volte a prendere in carico i beneficiari del Rdc prima, e delle nuove misure di inclusione sociale e lavorativa poi”, difende la riforma voluta dal Governo Meloni.
“Ribadisco infatti che dal primo settembre 2023 sarà attivo il supporto per la formazione e il lavoro” per quanti siano attivabili al lavoro “e dal 1 gennaio 2024 l’assegno di inclusione” per i nuclei fragili che continueranno a percepire il Rdc fino al 31 dicembre prossimo, “rispetto ai quali sono già in corso attività di comunicazione Radio-Tv per l’utenza e informazioni sul sito del ministero oltre a webinar formativi per operatori dei comuni per quel che riguarda l’assegno di inclusione”, spiega ancora. “Stiamo lavorando in sinergia e con spirito di collaborazione a tutti livelli istituzionali per servizi sempre più efficaci ed efficenti per garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa“, conclude.