La fossa dove è stata sepellita Saman Abbas dopo il femminicidio è stata scavata per sei volte. L’informazione è emersa dalla perizia medico-legale, presentata durante l’udienza del processo a carica di cinque familiari della ragazza, accusati di averla ammazzata dopo il suo No a un matrimonio forzato in Pakistan.
“Il fatto che il terreno sia ben stratificato determina che questa parte del riempimento si sia in realtà costituita da una serie di sei eventi che si sono susseguiti nel tempo e che non possono assolutamente essersi depositati in un unico momento“, si legge nel testo di 500 pagine che si sofferma sull’analisi del luogo dove, il 18 novembre del 2022, sono stati trovati i resti di Saman.
Come riportato dall’agenzia Agi, secondo la medica legale Cristina Cattaneo, l’archeologo forense Dominic Salsarola, il genetista forense Roberto Giuffrida e l’anatomopatologo Biagio Eugenio Leone lo scavo è stato fatto “tramite l’impiego di soli badili introdotti nei depositi indisturbati e con un piede, sulla parte superiore della lama della pala spinta in profondità”. Ma non è chiaro con che tempi. “Se da un lato è possibile determinare con certezza che ci sono stati ben 6, se non 7 eventi in cui si è introdotto del materiale all’interno della tomba prima della deposizione del corpo della vittima, dall’altro non è dato sapere in maniera specifica in quanto tempo questa sequenza stratigrafica si sia formata.”
Gli esperti ritengono che in base alla “comparazione tra i calchi acquisiti sul luogo e le pale sequestrate dalla polizia giudiziaria in data 12 dicembre 2022, gli attrezzi maggiormente compatibili con entrambe le impressioni documentate provengono dall’abitazione di tre dei cinque imputati in via per Novellara, nel comune di Campagnola Emilia“. Un elemento, questo, che la procura utilizzerà per chiedere la condanna degli imputati, tra cui il padre Shabbar Abbas, di recente estradato.