Gli agricoltori di molti Paesi europei protestano contro l’aumento dei costi di produzione, il ‘green deal europeo, l’aumento crescente degli obblighi ambientali per far fronte alla transizione ecologica e la riforma fiscale che prevede dal 2026 l’abolizione dell’esenzione sul gasolio agricolo.
E c’è il rischio che questa crisi, che per il momento è soprattutto concentrata al Sud della Francia e alla Germania, si estenda anche all’Italia. Oggi, in Francia, una donna è morta, mentre suo marito e sua figlia di 14 anni sono rimasti feriti in modo grave dopo che un’auto ha investito un posto di blocco degli agricoltori che stavano protestando a Pamiers ricordando quanto accaduto nel 2018 con i primi incidenti e le prime vittime durante la protesta dei Gilet Gialli nel 2018.
I movimenti dei lavoratori agricoli hanno protestato inizialmente contro il caro carburanti, e progressivamente la protesta è sfumata anche a causa della pandemia.
Ora, dall’Olanda alla Romania, passando per la Germania e per la Francia, sono numerosi gli agricoltori che in questi giorni sono scesi in piazza per protestare contro il caro carburanti, la concorrenza dei prodotti ucraini e gli standard imposti da Bruxelles.
”Questa protesta – spiega al più importante quotidiano francese, “Le Figaro”, il geografo Laurent Chalard che lavora all’European Centre for International Affairs – “racconta ancora una volta il totale scollamento che c’è tra le élite dominanti francesi ed europee” e i propri cittadini.
“La Francia rurale critica la mancanza di pragmatismo della maggior parte delle politiche agricole, che sembrano basarsi più che altro su considerazioni ideologiche, per quanto nobili possano essere, da parte di persone che non sanno assolutamente nulla della professione e della vita di un agricoltore” – spiega ancora Chalard.
Per quanto riguarda un nuovo movimento sulla linea di quello dei ‘Gilet gialli‘, Chalard ha sottolineato che – “Se a livello delle rivendicazioni, troviamo elementi di linguaggio che hanno caratterizzato il movimento dei ‘gilet gialli’, resta il fatto che, per il momento, a livello della sua composizione, il parallelo si ferma lì. In effetti, questo nuovo movimento di protesta riguarda un’unica categoria socio-professionale, quella degli agricoltori, con il sostegno del principale sindacato della professione, la Fnsea, che è politicamente classificata come di destra“.
“Il movimento dei ‘gilet gialli’ – aggiunge – era partito dalla società civile attraverso i social network, ignorando i sindacati e le appartenenze politiche. Aveva un’estensione territoriale molto maggiore, interessando l’intera ‘Francia periferica’, così come lo spazio periurbano, le aree rurali isolate e le città di piccole e medie dimensioni in difficoltà, e aveva colpito tutte le categorie popolari, agricoltori, artigiani e commercianti, ma anche operai e impiegati. Fin dalle sue origini, il movimento dei ‘gilet gialli’ aveva una portata potenziale molto più ampia e appariva meno politicizzata, riunendo francesi di tutti i tipi, da qui la sua forza”