L’ayatollah Ali Khamenei avrebbe dato l’ordine di colpire direttamente Israele, come rappresaglia per l’uccisione a Teheran del leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo rivela il New York Times, che cita tre funzionari iraniani informati sull’ordine, tra cui due membri dei Guardiani della rivoluzione, secondo cui la disposizione di Khamenei sarebbe arrivata durante una riunione d’emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano stamattina.
Intanto l’agenzia di stampa ufficiale iraniana Fars ha riferito che nel raid israeliano di ieri a Beirut contro il comandante di Hezbollah Fouad Shukr è rimasto ucciso anche un consigliere militare iraniano, Milad Bedi. L’uomo si trovava nello stesso edificio di Shukr ed è stato identificato solo qualche ora fa.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, rivolgendosi alla nazione dopo l’uccisione del leader politico di Hamas, ha dichiarato che Israele sta ”combattendo l’asse del male iraniano” in quella che è una ”guerra per l’esistenza” dello Stato ebraico.
Netanyahu: “pronti a tutti gli scenari”
”Ci aspettano giornate molto difficili”, ma “siamo pronti a tutti gli scenari”, ha detto Netanyahu. ”Siamo determinati contro gli attacchi a Israele, contro chiunque sarà contro di noi” e ”faremo pagare un prezzo molto alto” a chi attacca Israele, ha scandito il premier israeliano.
”Continueremo a dare la caccia ai leader di Hamas e a distruggere le infrastrutture di Hamas” nella Striscia di Gaza, ha detto ancora. ”Ci vuole tempo e molta pazienza, ma negli ultimi mesi non c’è stata un’unica settimana in cui non abbiamo combattuto all’interno e all’esterno del nostro Paese e abbiamo raggiunto tutti i risultati possibili”, ha aggiunto, mettendo in chiaro: ”Non ascolterò le voci dei nostri deterrenti”, perché ”se non avessimo distrutto le infrastrutture Hamas sarebbe rimasto al potere”.
Netanyahu ha ribadito che ”gli obiettivi di questa guerra sono riportare a casa tutti i nostri ostaggi e distruggere tutte le capacità di Hamas per assicurarci che Hamas non sia più una minaccia per Israele”. Il Premier ha parlato anche della necessità di ”far tornare nelle loro case coloro che vivono nel nord di Israele”.
”Non ci siamo arresi, abbiamo esercitato pressione internamente ed esternamente. Non è stato facile. Ho dovuto respingere molta pressione, ma abbiamo raggiunto tutti questi risultati perché i nostri soldati stanno combattendo come dei leoni e sono determinati a vincere”, ha scandito.
Rivolgendosi alla nazione Netanyahu ha inoltre sottolineato che Israele ha inferto ”colpi devastanti” ai suoi nemici negli ultimi giorni. “Tre settimane fa abbiamo attaccato il capo militare di Hamas, Mohammad Deif. Due settimane fa abbiamo attaccato gli Houthi, in uno degli attacchi più lontani che l’Aeronautica abbia mai portato a termine. Ieri abbiamo attaccato il capo militare di Hezbollah, Fuad Shukr”, ha detto il primo ministro israeliano.
“Regoleremo i conti con chiunque ci faccia del male, chiunque massacri i nostri figli, chiunque uccida i nostri cittadini, chiunque danneggi la nostra nazione: il sangue è sulla loro testa”, ha concluso.