Lara Lugli: la pallavolista citata per danni dalla società perché incinta

La vicenda della pallavolista Lara Lugli incinta è emersa proprio tra le celebrazioni della Giornata Internazionale delle Donne, amarezza, rabbia, incredulità, sdegno: queste le sensazioni.

Lara Lugli, classe 1980, una carriera ventennale alle spalle, schiacciatrice del Volley Pordenone, rimane incinta nel 2019 e un lieto evento si trasforma in un “problema”.

La storia di Lara su Facebook

La storia, raccontata in un esplosivo post su Facebook dalla protagonista: “A distanza di due anni, La Società mi cita per danni. In risposta al decreto ingiuntivo con cui chiedevo il pagamento dello stipendio di febbraio, mese nel quale avevo sempre lavorato”, immediate le reazioni a livello nazionale. L’atleta, nella primavera del 2019, ha scoperto di essere incinta, comunicando alla Società il suo stato. Poco dopo ha perso il bambino, in seguito a un aborto spontaneo.

La citazione per danni da parte della società: “richiesta di danni per non aver comunicato mai l’intenzione di voler avere figli e comunicando la gravidanza già in uno stato avanzato, portando la squadra a doversi privare di lei a stagione in corso, perdendo di conseguenza molti punti sul campo e infine anche lo sponsor”.

Fino a pochi anni fa, prima della riforma del 2017 che ha reso le dimissioni volontarie un atto complicatissimo, le aziende si tutelavano dalle future gravidanze delle dipendenti, ponendo come condizione per l’assunzione la firma sulle famigerate dimissioni in bianco, un ricatto. Ci sono però mestieri in cui l’obbligo di evitare le gravidanze viene specificato nei contratti: ad esempio, un’attrice che deve girare un film in cui la protagonista non è incinta non può presentarsi al primo ciack con il pancione e deve impegnarsi a rimandare un’eventuale maternità. Nello sport, le cose sono molto più complicate.

L’atleta, che oggi ha 41 anni, ha reso nota la sua storia alla vigilia della festa della donna, sollevando un polverone facendo scendere in campo anche la politica.

La difesa della società

La difesa della società: “il contratto era stato predisposto dall’atleta stessa e dal suo agente. Prevedeva l’immediata cessazione del rapporto in caso di gravidanza, prevedendo anche penali. Clausole da noi non esercitate. Nessuno ha citato per danni Lara Lugli. E’ stata la stessa atleta a chiedere e ottenere un decreto ingiuntivo perchè ritiene di vantare dei crediti nei nostri confronti. Ci siamo sentiti traditi e abbiamo fatto l’unica cosa possibile: difenderci avvalendoci delle clausole contrattuali predisposte da lei stessa e dal suo procuratore”.

Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha avuto un colloquio telefonico con la pallavolista. Malagò ha letto la storia dalle varie fonti di informazione e ha telefonato all’atleta per conoscere l’intera vicenda dalla diretta interessata. Al termine della telefonata, il Presidente del Coni ha manifestato tutta la sua solidarietà a Lara Lugli. L’ha invitata per un incontro al Coni, non appena le condizioni generali del Paese lo consentiranno.

“Il diritto di una donna alla maternità è irrinunciabile e non lo si deve mettere in nessun modo in discussione, mai. E’ un diritto assoluto, che vale sempre e in qualunque contesto, per una donna lavoratrice così come per una donna atleta. Qualsiasi forma di mancanza di tutela della donna e del suo diritto è quindi assolutamente ingiustificabile”. Questa l’esternazione del Presidente della Fipav Fvg, Alessandro Michelli, a seguito della vicenda.

E ancora, continua: “Auspico in proposito un chiarimento che porti a un’immediata e positiva risoluzione del contenzioso. Parallelamente, mi auguro che il tema del ‘diritto della donna alla maternità’ sia preso in carico da parte del legislatore e dell’ordinamento sportivo, affinché quanto accaduto non abbia più a ripetersi”.

La politica in campo in difesa di Lara

Anche la Senatrice Pd, Tatjana Rojc solleverà la questione direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri “sull’assurda vicenda della maternità punita di un’atleta. Una donna che ha avuto il merito di scoperchiare una realtà consolidata e insopportabilmente arcaica. Le ragioni economiche non possono continuare a essere messe davanti al diritto basilare di diventare madri senza essere penalizzate. Emerge con forza la mancanza di una legislazione che di fatto esclude le donne dal professionismo sportivo e quindi dalle tutele, si conferma la persistenza di un modo di pensare che non vuole diventare passato”.

Alla fine, a parlare, è l’Assessore regionale allo Sport Tiziana Gibelli: “Proprio il giorno dopo la Giornata internazionale della Donna, siamo costretti a leggere notizie che ci lasciano esterrefatte. Spiegare che una pallavolista professionista ha causato un danno economico alla squadra perché è rimasta incinta è, per usare termini gentili, vergognoso: calpesta i diritti di una persona, di una donna, della sua famiglia e anche, lo dico senza enfasi, di tutta la nostra società. Da assessore allo Sport, ma soprattutto da donna, mi sento di dire una sola parola: vergogna. Vergogna per non aver rispettato un diritto, vergogna per aver svilito ancora una volta la donna, vergogna perché si fa intendere che lo sport sia cosa per uomini, vergogna perché nel 2021 dobbiamo essere ancora qui a commentare episodi del genere”.

Dopo queste dure parole, la Gibelli conclude: “A Lara Lugli va tutta la solidarietà mia e dell’amministrazione regionale: vada dritta per la sua strada, perché questa sarà solo una brutta parentesi nella sua vita di sportiva e di donna. C’è un mondo affettuoso e solidale con lei, nello sport e fuori”.

 

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