La Polizia di Stato di Torino, nell’ambito di un’indagine svolta dalla Digos della Questura di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica, ha eseguito 13 misure cautelari. Di queste, una ai domiciliari, 3 divieti di dimora a Torino e nei Comuni della Val Susa e 9 obblighi di presentazione alla P.G. nei confronti di leader e militanti di Askatasuna, ritenuti responsabili dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata in occasione del corte del 1°maggio 2019.
Si tratta di uno dei leader storici al quale è stato attribuito anche il ruolo di coordinamento e direzione di manifestazione violenta. Tre dei soggetti in questione hanno il divieto di dimora nei Comuni di Torino e Val Susa, mentre altri otto, hanno l’obbligo di presentazione alla P.G.
La stessa misura è stata richiesta per il portavoce di Askatasuna, una 40enne che si trova attualmente in carcere in attesa di esecuzione di condanna definitiva. La donna, in qualità di “speaker”, ha assunto il ruolo di “voce ufficiale del corteo”. Il fatto in questione è avvenuto al 1° maggio 2019, quando i suddetti militanti, in testa ai 2000 manifestanti, legati al movimento No-Tav, all’area anarchica e a vari gruppi di dissenso cittadino, si sono resi responsabili di azioni violente costringendo a intervenire le forze dell’ordine e il personale della Digos.
Lo scopo, era quello di realizzare una strategia per sovrastare le altre componenti politico-istituzionali, intente a sfilare per il centro cittadino per raggiungere la testa del corteo, con l’obiettivo di dare una connotazione “NoTav” alla tradizionale manifestazione dei lavoratori.
Sempre in quella occasione, i soggetti responsabili, hanno cercato di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine, oltrepassando il furgone di Liberi e Uguali, aggredendo alcuni esponenti politici che i componenti del servizio d’ordine del partito; uno di loro è stato colpito con calci e pugni. Durante le operazioni per fermare il gruppo, è stata ferito un operatore della Digos.
Le indagini hanno consentito di individuare e denunciare in stato di libertà altri 30 militanti d’area per reati simili.