Il ROS ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dr. Giovanni Bombardieri.
I provvedimenti hanno raggiunto 14 soggetti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose corruzioni, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto dott.Gaetano Paci e dal Sost. Procuratore dott.ssa Giulia Pantano, si sono concluse nel 2018 e si sono concentrate sull’ASP di Reggio Calabria la cui competenza si estende sull’intera provincia amministrativa suddivisa nei distretti sanitari di Reggio Calabria, Tirrenico e Ionico ed il cui funzionamento è stato alterato dai condizionamenti mafiosi, da parte della cosca “Piromalli”, la quale aveva il controllo fattuale di tale settore tramite la famiglia Tripodi di Gioia Tauro.
Le investigazioni hanno consentito di documentare gli assetti organizzativi della cosca nell’ambito della quale hanno assunto posizione di particolare rilievo i medici Giuseppe Antonio Tripodi e Francesco Michele, quest’ultimo genero di Piromalli Girolamo inteso “Don Mommo”. I due fratelli deceduti nel 2018, nonché il figlio di Francesco Michele, Fabiano, sono tutti medici. I primi due, nel tempo, hanno ricoperto vari incarichi nelle Aziende Sanitarie di Reggio Calabria, Gioia Tauro, Palmi (RC) e Tropea (VV), mentre Fabiano è risultato figura di riferimento degli assetti societari operanti nel settore sanitario della MINERVA srl, MCT Distribution & Service srl e LEWIS MEDICAL srl.
Gli interessati, forti delle posizioni ricoperte nel tempo nel comparto sanitario regionale e avvalendosi della capacità intimidatoria derivante dall’appartenenza alla cosca “Piromalli”, hanno compromesso il sistema gestionale dei Distretti sanitari dell’ASP di Reggio Calabria. Al riguardo, è emerso come siano state alterate le procedure di nomina dell’attuale Direttore del Distretto Tirrenico dell’ASP di Reggio Calabria, dott. Salvatore Barillaro, la cui nomina fu frutto di precisa volontà dei Tripodi, cosa che ha permesso loro di controllare quel distretto sanitario, sia per le forniture di dispositivi medici, che per influenzare i trasferimenti del personale.
Infatti, attraverso l’azienda “M.C.T.”e alla Lewis Medica, che faceva da “schermo”, essendo aggiudicatrice di appalti di fornitura presso l’ASP di Reggio Calabria, la cosca riusciva ad ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali presso i presidi dell’Asp di Reggio Calabria.
Le predette aziende riuscivano ad accaparrarsi le forniture di prodotti medicali negli ospedali e poliambulatori, sia ricorrendo a procedure di affidamento diretto, sia attraverso un collaudato sistema di corruzione del personale medico e paramedico. L’indagine ha permesso di dimostrare come i soci della M.C.T., erano pienamente consapevoli di quali fossero i contatti “mafiosi” a cui potevano rivolgersi al fine di ottenere le aggiudicazioni delle forniture.
L’odierna inchiesta offre uno spaccato puntuale anche sugli attuali rapporti esistenti tra mafiosi appartenenti a diverse articolazioni di ‘ndrangheta del “Mandamento Tirrenico”; infatti sotto il profilo associativo sono emerse sinergie criminali e imprenditoriali nel settore sanitario con la cosca “Molè” i cui esponenti figuravano, unitamente a quelli dei “Piromalli”, nell’assetto societario della MCT Distribution & Service srl.; inoltre sempre nella stessa ottica è emerso come il rappresentante della Lewis Medica, Arcieri Giancarlo, fosse in rapporti con la cosca “Pesce” di Rosarno, come documentato dalle intercettazioni registrate.
L’indagine ha permesso inoltre di confermare la necessità del reciproco riconoscimento tra cosche, infatti è stato documentato come i soci della MCT, per “lavorare” all’interno del nosocomio di Polistena, hanno dovuto necessariamente “interloquire” con esponenti mafiosi locali.
I Tripodi, quindi, costituivano i principali interlocutori della cosca nei rapporti con il sodalizio dei Mancuso, operante nella Provincia di Vibo Valentia. Al riguardo è stato registrato come Tripodi più volte si è recato presso l’abitazione di Domenico Mancuso, inteso “Mico Ninja”, nonché luogo di abituale dimora di suo fratello Antonio.
I Tripodi, provvedevano inoltre, al sostentamento delle famiglie degli appartenenti alla cosca.
Nella contestualità dell’operazione è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e rapporti bancari, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti del “Centro Analisi Minerva” in Gioia Tauro, della M.C.T. Distribution & Service S.R.L.” e della “Lewis Medica S.R.L.” per un ammontare complessivo del sequestro pari a circa 8 milioni di Euro.
I risultati sono frutto di una prolungata manovra investigativa avviata dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, finalizzata a individuare infiltrazioni e condizionamenti della pubblica amministrazione, del mercato delle imprese, delle filiere economiche e dei settori ad alta remuneratività.