Addio allo scrittore e critico letterario Pietro Citati. Aveva 92 anni

Ci ha lasciati lo scrittore e critico letterario Pietro Citati. È morto all’età di 92 anni.

Nei tanti anni di carriera ha trattato grandissimi della letteratura, di ogni luogo e tempo: Omero come Marcel Proust, Leopardi e Goethe, Manzoni e Kafka. Si è occupato di questi grandi autori attraverso fortunatissime biografie che gli sono valse anche riconoscimenti importanti. Nel 1970, infatti, vince il Premio Viareggio di Saggistica con Goethe, edito Mondadori. Nel 1981 si aggiudica il Premio Bagutta con Vita breve di Katherine Mansfield, edito Rizzoli. E ancora nel 1984 il Premio Strega con Tolstoj, Longanesi. Sempre per lo stesso filone i saggi biografici Manzoni (Mondadori, 1980), Kafka (Rizzoli, 1987), La colomba pugnalata. Proust e la Recherche (Mondadori, 1995), La morte della farfalla. Zelda e Francis Scott Fitzgerald (Mondadori, 2006) e Leopardi (Mondadori, 2010).

Ma i riconoscimenti non sono stati raccolti solo in Italia. ​La fama di Pietro Citati, infatti, ha più che sconfinato. È stato premiato con il Prix de la latinité dall’Académie Française e dall’Accademia delle lettere brasiliana nel 2000. Nel 2002 lo scrittore spagnolo Javier Marías, Re di Redonda, lo ha nominato Duca di Remonstranza. Nel 1991 ha vinto il Prix Médicis étrangers per Histoire qui fut heureuse, puis douloureuse et funeste traduzione di Storia prima felice, poi dolentissima e funesta (Rizzoli, 1989; Oscar Mondadori, 2002), narrazione della storia d’amore di Clementina e Gaetano Citati, suoi bisnonni.

Era nato a Firenze il 20 febbraio del 30 da nobile famiglia siciliana

Prima dei premi, oltre i riconoscimenti, la vita. Pietro Citati è nato a Firenze il 20 febbraio 1930 da una nobile famiglia siciliana, Citati trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Torino, dove frequenta l’Istituto Sociale e in seguito il liceo classico ‘Massimo d’Azeglio’. Nel 1942, dopo il bombardamento di Torino, si trasferisce con la famiglia in Liguria. Si laurea nel 1951 in lettere moderne all’Università di Pisa quale allievo della Scuola Normale Superiore. Inizia la carriera di critico letterario collaborando a riviste come Il Punto, al fianco di Pier Paolo Pasolini, L’Approdo, Paragone. Era condirettore della Fondazione Lorenzo Valla, che ha creato nel 1974, per la cui collana di Scrittori greci e latini ha tradotto la Vita Antonii di Atanasio.

Tra le altre monografie e raccolte di saggi di largo successo di Citati figurano: Il tè del cappellaio matto (Mondadori 1972); Immagini di Alessandro Manzoni (Mondadori 1973; poi Manzoni, 1980; con il titolo La collina di Brusuglio2, Oscar Mondadori 1997); Alessandro (Rizzoli 1974; edizione ampliata con il titolo Alessandro Magno, 1985; Adelphi 2004); La primavera di Cosroe (Rizzoli 1977; Adelphi 2006); Il velo nero (Rizzoli, 1979); Il migliore dei mondi impossibili (Rizzoli 1982); Il sogno della camera rossa (Rizzoli 1986); Ritratti di donne (Rizzoli 1992); Il Male assoluto. Nel cuore del romanzo dell’Ottocento (Mondadori 2000); La mente colorata. Ulisse e l’Odissea (Mondadori, 2002; Adelphi, 2018); Israele e l’Islam. Le scintille di Dio (Mondadori 2003); La civiltà letteraria europea da Omero a Nabokov (Mondadori 2005); La malattia dell’infinito. La letteratura del Novecento (Mondadori, 2008); Elogio del pomodoro (Mondadori, 2011); Don Chiosciotte (2013); Il silenzio e l’abisso (2018).​

(foto di Adnkronos)

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