Aurelio Grimaldi: “Al Beccaria torture sudamericane”

Palermo, 6 mag. (Adnkronos) – “Quello che è successo al carcere minorile Beccaria di Milano è un segnale di ritorno al Medioevo. Quelle che ho viste nelle immagini andate nei tg le chiamo torture sudamericane, torture crudeli, per fare del male”. A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è il regista e scrittore Aurelio Grimaldi, che commenta così i fatti del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, dove nelle scorse settimane sono stati arrestati 13 agenti penitenziari e altri otto sono stati sospesi dal servizio per presunti maltrattamenti e torture. Grimaldi è l’autore del libro ‘Meri per sempre’, poi diventato un film cult nel 1989 con Michele Placido, ambientato nel carcere Malaspina di Palermo. “Non credevo alle mie orecchie, quando ho sentito la notizia – dice Aurelio Grimaldi, impegnato in questi giorni in Sicilia per girare il suo nuovo film – Intanto stiamo parlando del carcere minorile di Milano, dove pensiamo che le cose siano organizzate meglio che altrove. E’ stato intitolato al grande Cesare Beccaria, che parlava ‘De delitti e delle pene’ nel 1764 e ora, nel 2024, succedono queste cose. Io non voglio prendermela con gli agenti penitenziari, che spero verranno portati severamente davanti alle forze ddell’autorità. Però credo che gli agenti che vengono pagati dallo Stato e gli operatori che non fanno il loro dovere sono doppiamente responsabili. Se il reato lo commette chi deve salvaguardare la sicurezza nazionale è più angosciante. Al di là dei responsabili”.

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