Malapelle (UniNa): “In cancro ovarico garantire test genomico oltre al farmaco”

Roma, 22 mag. (Adnkronos Salute) – “Paradossalmente” la disponibilità di terapie mirate contro alcune tipologie di cancro, come il tumore ovarico, non sono di fatto accessibili perché “non si ha accesso al test molecolare” per individuare le persone sensibili al trattamento. Su questo “è proprio la cultura che deve cambiare. Nell’approvazione di questi trattamenti, purtroppo, in alcune regioni, non essendo ritenuto obbligatorio un biomarcatore, non si ha” di fatto “accesso al farmaco” che, però, “entra in Lea”, livelli essenziali di assistenza, “perché è ritenuto obbligatorio. Ci vorrebbe un accoppiamento, tra il test e il farmaco”. Lo ha spiegato Umberto Malapelle, Professore Associato, Direttore del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli Federico II, nel capoluogo partenopeo, partecipando all’evento ‘Tumore ovarico in Campania: Cambiamo Rotta’, realizzato con il patrocinio di ACTO Campania, Alleanza contro il tumore ovarico, e la sponsorizzazione di GSK, dedicato all’esempio virtuoso della Regione.

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