Mielofibrosi, Vannucchi (UniFi): “Nuovo Jak inibitore migliora anche anemia”

Verona, 24 apr. (Adnkronos Salute) – “L’anemia è uno dei problemi più importanti nel paziente con mielofibrosi”, un tumore del midollo osseo caratterizzato dal progressivo accumulo di tessuto fibroso che impatta sulla produzione di globuli rossi, bianchi e piastrine. “Il 40% dei pazienti ha un’anemia al momento della diagnosi”, pazienti “che anche come conseguenza dei trattamenti attuali della mielofibrosi diventano il 60-70%, con una quota rilevante di trasfusione-dipendenti. I farmaci per controllare questa condizione sono efficaci nel 20% dei pazienti, ma tale effetto si perde entro l’anno e le trasfusioni ripetute possono causare accumulo di ferro negli organi con sviluppo di conseguente tossicità. Questa condizione si associa a un’astenia che ha un altissimo impatto sulla qualità della vita. Si stanno sviluppando ora farmaci” come momelotinib, “che pur appartenendo alla famiglia dei Jak inibitori riescono a migliorare l’anemia anche in una fetta di pazienti anemici e trasfusione-dipendenti”. Così Alessandro Maria Vannucchi, professore ordinario di Ematologia, Università di Firenze e direttore della Struttura complessa di Ematologia, Azienda ospedaliera universitaria Careggi, intervenendo oggi a Verona a un incontro con la stampa organizzato da Gsk.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it