Riforme, de Vergottini: “Elezione diretta premier? Sì ma non secca, con candidato in scheda”

Roma, 27 feb. (Adnkronos) – “Nelle riforme istituzionali dare per scontato il ricorso al referendum confermativo è uno strabismo che va evitato. Vanno prese a riferimento le posizioni che maturano sia da parte del Governo che dall’Opposizione perché per intervenire sull’asset istituzionale del Paese occorre il consenso più grande possibile”. Parola di Giuseppe de Vergottini, già membro della Commissione dei saggi per le riforme (governo Letta)presieduta da Gaetano Quagliariello (in prosecuzione del lavoro del Comitato dei 10 saggi per le riforme voluto nel 2013 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), che dall’alto della sua esperienza in campo costituzionale spiega: “La grande preoccupazione dell’elezione diretta secca come voluta dal Governo è quella di personalizzare eccessivamente il rapporto tra elettori ed eletto e quindi costruire la premessa per cui il soggetto che viene eletto in modo diretto si sente libero da condizionamenti da parte del Parlamento. Il rischio che si teme possa derivare dall’elezione diretta è andare verso una deriva di tipo autocratico. Il problema di fondo è la preoccupazione dell’uomo solo al comando”.

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