Si sono concluse nella giornata di ieri venerdì 23 agosto le operazioni di soccorso a seguito dell’affondamento del veliero Bayiesan con 22 persone a bordo delle quali 15 tratte in salvo e sette decedute. Ancora ignoti i dettagli del drammatico evento dovuto molto probabilmente a una serie di errori sia di valutazione del rischio a seguito della tempesta in corso, che di manovra dell’imbarcazione.
Le operazioni di soccorso sono state coordinate dai Vigili del Fuoco che hanno utilizzato i Nuclei Sommozzatori che erano già stati in parte impiegati in occasione dei soccorsi a seguito dell’incidente occorso alla nave da crociera Concordia, in occasione del suo passaggio ravvicinato davanti l’Isola del Giglio.
In questa occasione, i Sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno effettuato 123 immersioni, per un totale di 4.370 minuti che si sono resi necessari per recuperare le sette salme delle persone rimaste intrappolate sul fondo del mare a 49 m di profondità.
Sono stati oltre 40 gli specialisti Sommozzatori, giunti dai Nuclei di Sicilia, Sardegna, Campania, Lazio, Puglia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Calabria, che hanno partecipato alle operazioni in mare e che si sono alternati nelle ricerche dei dispersi.
Ogni giorno il dispositivo di soccorso del Corpo Nazionale era composto da 27 sommozzatori, tra questi hanno avuto “un ruolo fondamentale” gli 11 speleo e gli 8 abilitati alle immersioni in alto fondale.