Il dato è allarmante: in Italia mancano 1400 pediatri di libera scelta, per assicurare il tetto di 800 assistiti per medico. A lanciare questo sos è Save The Children. E la proiezione futura non fa, purtroppo, ben sperare. Altri dati ci dicono che nel 2025 mancheranno più di 3.300 pediatri nel Paese.
Il dato, scorporato, definisce la geografia di un Paese, l’Italia, in cui 39 province sono maggiormente colpite, periferie in testa, al Nord soprattutto. Una ricerca di Cittadinanza attiva nel 2020 forniva, infatti, questi dati, minori per medico: 1813 ad Asti, 1482 a Brescia, 1370 a Novara, 1367 a Vercelli, 1364 a Bolzano. La stessa ricerca faceva sapere che le 9 regioni italiane maggiormente interessate dalla carenza di medici sono: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria.
Oggi, prima di virare dal pubblico al privato, un pediatra nella territorialità si vede responsabile di 1.500 piccoli pazienti. Un numero, come detto, che quasi doppia la quota prevista. Per ovviare alla carenza sono state messe in atto due misure, che però ad oggi sono risultate inefficaci. Da una parte è stata aumentata l’età pensionabile, su base volontaria, a 72 anni. Dall’altra sono aumentate le borse di specializzazione, da 430 nel 2017 a 900 nel 2022. Fornisce questi dati la Professoressa Annamaria Staiano, in 123 anni prima Presidente donna della Società Italiana di Pediatria.
Troppi bambini o troppo pochi pediatri: manca programmazione
Ma quali sono le reali cause: più bambini o meno pediatri? Partendo dai professionisti, come anche spiega la dottoressa Staiano, assistiamo ad un esodo verso la pensione, da una parte, e verso il settore privato dall’altra abbandonando sia l’ospedaliero che il territoriale. Aggiunge il suo punto di vista e un tema in più, il dottor Palena, che opera come pediatra in Piemonte: la carenza in fatto di programmazione.
“La programmazione è importante ma è valida se esistono dati non variabili – spiega Palena -, allora è possibile fare una previsione statistica futura. Il punto è che noi invece in questo caso non abbiamo dati certi, ci sono troppe variabili, quindi la programmazione non sempre è esatta e lo dimostra la situazione attuale: si parlava di una riduzione del numero di pediatri perché tanto le statistiche dicevano che sarebbero nati sempre meno bambini, cosa che purtroppo è successa, eppure siamo in questa situazione”.
Oltre al nodo dei pediatri, oggi in Italia sussiste quello della terapia intensiva pediatrica. “In Italia esistono solo 26 terapie intensive pediatriche con una media di posti letto di 3 su milione di abitanti contro una media europea di 8 posti letto su milione di abitanti, sono numeri che parlano chiaro. Abbiamo 10 milioni di bambini da 0 a 18 anni e il 18% di loro ha una malattia cronica, significa che un milione 800 mila bambini sono fragili e hanno bisogno di essere assistiti da team multidisciplinari, da super specialisti, da professionisti dedicati per la complessità delle patologie da cui sono affetti”, conclude la Presidente Staiano.
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