Al suono della tromba che indica il silenzio il Primo Ministro Draghi ha deposto una corona di fiori in ricordo delle 273 vittime di Amatrice sulle 299 totali. La messa ad Amatrice è iniziata verso le 11 e oltre Draghi erano presenti altre cariche istituzionali come il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
La messa si è svolta nel totale rispetto delle normative anti-covid; sedute distanziate e mascherina sul volto. Alla fine della solenne messa il Premier Draghi ha dichiarato: “Se oggi sono qui è perché lo Stato vi è vicino. In passato è stato lento ma adesso la situazione è diversa: i lavori di ricostruzione stanno procedendo più velocemente. Sono oggi qui a portarvi fiducia e l’impegno del Governo“.
Toccante anche l’omelia di monsignor Domenico Pompili, Vescovo di Rieti: “Anche quest’anno abbiamo attraversato la notte per arrivare alle 3:36 quando 5 anni fa la terra ha tremato, le case sono state capovolte e le vite spezzate. Un esercizio duro, faticoso che richiede l’attesa e la rinuncia del sonno, ma la memoria dei nostri cari non può restare un esercizio astratto e disincantato. Richiede un coinvolgimento fisico, mentale e spirituale perché il dolore è sempre vivo e non sopporta di essere esorcizzato in altro modo. L’unico antidoto al dolore è l’amore“.
Subito dopo la messa Draghi ha incontrato una piccola delegazione di residenti di Amatrice dove ha parlato con loro della situazione attuale del paese.