Anche Caritas Italiana per il clima: è il grido della Terra e anche dei poveri

A ridosso del G20 di Roma e in occasione della Cop26, anche Caritas Italiana ha parlato di cambiamento climatico. Lo ha fatto con un dossier, ora on line, dal titolo Il momento è adesso. Avviare una giusta transizione per far fronte all’emergenza climatica”, un dossier con dati e testimonianze.

Aumenta il riscaldamento, aumentano i migranti climatici

La considerazione di partenza è quella di un riscaldamento globale pari a 2° entro il 2021, l’aumento di eventi climatici eccezionali e devastanti, la diminuzione delle rese agricole con intere regioni sempre meno abitabili. E, per guardare all’uomo, la drammatica crescita del numero dei migranti climatici: persone costrette ad abbandonare la propria terra d’origine a causa di un ambiente sempre meno ospitale.

A tutto questo non esiste una risposta locale, oppure sul breve termine. Tutta la famiglia umana è toccata e deve reagire insieme alzando lo sguardo su quanto avverrà nei prossimi decenni. Ma chi paga il prezzo più salato di quanto avviene  – si evince dal dossier – sono proprio coloro che meno sono responsabili dei cambiamenti catastrofici cui andiamo incontro.

Clima anche alla 49esima Settimana Sociale dei Cattolici italiani a Taranto

Il tema del clima è stato al centro anche della 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che si è tenuta a Taranto: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.

Nell’Instrumentum Laboris dell’evento sono raccolte le intenzioni per andare verso un nuovo modello di sviluppo, per avviare una transizione che è “insieme sociale ed economica, culturale e istituzionale, individuale e collettiva ma anche ecumenica e interreligiosa“. Le azioni da fare sono molteplici. “Basta esitazioni o mezze misure – si legge –: occorre accelerare la transizione dei sistemi produttivi e l’uscita definitiva dalle fonti energetiche fossili; occorre rispettare gli impegni finanziari riconoscendo il prezzo pagato dalle comunità e dalle persone più esposte al cambiamento climatico nel sostenere la difficile transizione; occorre stabilire quadri regolatori chiari e vincolanti per l’azione del settore privato”.

Poi uno sguardo all’umanità. Le nostre vite sono state stravolte dalla pandemia – continuano sul documento –, i cui effetti si sono intrecciati col degrado socio-ambientale già in atto. Dobbiamo riprendere il cammino. E dobbiamo farlo a partire dalla nostra responsabilità di lasciarci toccare da quanto avviene nel mondo, per non essere semplici spettatori del cambiamento. Il grido della terra e il grido dei poveri ci interpellano e ci chiedono, come più volte ribadito da Papa Francesco di ‘abbandonare un modello di sviluppo consumistico che accresce le ingiustizie e le disuguaglianze, per adottarne uno incentrato sulla fraternità tra i popoli’.

Offrire efficaci risposte alla crisi ecologica in cui viviamo e, in questo modo, concreta speranza alle generazioni future“. Per ribadire il monito di Papa Francesco ai grandi decisori politici ancora oggi a Glasgow.

 

 

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