“Se a settembre-ottobre dovesse esserci una nuova ondata Covid dovremmo essere pronti al ritorno di misure di contenimento e anche dell’obbligo della mascherina, anche a scuola e al chiuso“. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e Direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).
“È chiaro che nell’attuale situazione epidemiologica non mi sembra il caso di mettere in atto misure restrittive – spiega Andreoni -. Ma il virus circola molto, la possibilità che arrivino altre varianti è elevata e i decessi sono ancora molto elevati. Ecco che dobbiamo farci trovare preparati quando, con il cambio della situazione climatica, il virus troverà una situazione ambientale più favorevole con il ritorno della vita sociale al chiuso”. “Quindi – aggiunge – oltre a mantenere una attività di sequenziamento del virus sarà necessario nel caso di una impennata della curva adottare in tempi stretti anche le misure che fino a qualche mese fa abbiamo sopportato per il bene delle comunità”.
Vaiolo delle scimmie, vaccino solo per i soggetti più a rischio
Quanto al vaiolo delle scimmie, Andreoni spiega che “sta sostanzialmente colpendo solo la popolazione maschile e in stragrande maggioranza la categoria ‘Msm’, ovvero i maschi che fanno sesso con altri maschi. Quindi questa categoria è ad alto rischio di contrarre l’infezione, ecco che qualsiasi misura di prevenzione la dobbiamo individuare in questa fascia e ha poco senso allargarla a tutta la popolazione. Nel caso della vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie, come sta avvenendo già in altri paesi europei, offrirei il vaccino a chi pensa di essere più a rischio. Questa azione sarebbe opportuna per bloccare l’ulteriore diffusione della malattia”.
“Ad oggi casi gravissimi di vaiolo delle scimmie sono pochissimi e ci sono stati solo 8 decessi nel mondo, di cui 5 in Africa – ricorda Andreoni -. È una malattia che si sta diffondendo a livello planetario, anche se in Italia abbiamo poco più di 500 casi, ma che non ha una grandissima letalità e sappiamo gestirla”. È stato l’OMS ad indicare nella categoria Msm quella più a rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie, “occorre un contatto molto stretto a livello cutaneo per potersi infettare – dice Andreoni – quindi mi pare opportuno avviare anche una campagna di comunicazione, in chiave vaccinazione, per chi corre maggior pericolo spiegando che non basta usare il profilattico durante i rapporti sessuali, perché comunque ci sarebbe lo stesso la trasmissione del virus”.
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