Andreoni su festeggiamenti Inter: “É una bomba biologica”

Massimo Andreoni, Direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali e Primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma commenta i festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter e dice: “Un errore gravissimo che certamente costerà qualche vita umana. Così diamo il peso di quello che è accaduto. Che in quell’assembramento ci sia stato un’ulteriore diffusione del virus, è cosa certa”.

Spiega Andreoni: “Abbracciarsi, urlare, cantare e via dicendo sono tutti sistemi validi per far esplodere il virus, visto che si è parlato di ‘bomba biologica’ anche già con la partita Atalanta-Valencia che si giocò a Bergamo il 19 febbraio 2020. E se è vero che gli assembramenti sono stati all’aperto, quando si sta così in una calca, abbracciati, cantando e urlando, ovviamente anche all’aperto la trasmissione è quasi certa“.

L’infettivologo afferma che: “Potremmo iniziare a vedere un incremento dei casi tra 2-3 settimane e poi abbiamo capito che i casi più gravi li vedremo tra 4-5 settimane e gli eventuali decessi tra 4-6 settimane. Questo è il tempo che ci vorrà per capire quello che realmente è accaduto”.

L’allarme di Andreoni si unisce a quello lanciato ieri da Franco Locatelli, Fabrizio Pregliasco, Massimo Galli e altri esperti.

Massimo Galli, Direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco, ha infatti dichiarato: “Non ci sono state solo manifestazioni di una tifoseria, svolte con pericolosi assembramenti all’aperto. Ma c’è stata la perdita di controllo delle minime misure: ieri gli assembramenti erano ovunque”. 

Conclude Galli: “La pandemia non è risolta. Il vaccino potrà contribuire in modo sostanziale a ridimensionare il problema ma la tranquillità è ancora lontana”.

Si è espresso anche Franco Locatelli, Presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts,  che ha detto: “Assolutamente non possiamo permetterci queste immagini, vanno evitati gli assembramenti anche se la gioia si può comprendere. Ma deve prevalere il senso di responsabilità e rispettare i 121mila morti che abbiamo avuto in Italia”.

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