“Antonio è fuori pericolo, grazie per il supporto di tutti, sta migliorando”. Questo è il messaggio che è apparso sui social di Antonio Amore. Lo chef napoletano di 28 anni vittima di una sparatoria nella villa che aveva affittato a Santa Eulària des Riu, a Ibiza. Il ragazzo, che lavora come cuoco e parallelamente organizza feste, è stato raggiunto da sei proiettili, tre alle gambe e altrettanti alla testa. È stato operato d’urgenza e, sebbene le sue condizioni restino gravissime, i medici hanno escluso il pericolo di vita.
L’uomo accusato di avergli sparato si è consegnato ieri mattina alla Guardia Civil: è il 33enne Michele Guadagno, anche lui napoletano, dal 2014 stabilmente Ibiza, dove gestisce una società di noleggio veicoli. Dopo la sparatoria, nella notte tra venerdì e sabato, aveva cercato di lasciare l’isola ma, quando si è reso conto che le Forze dell’Ordine avevano bloccato tutte le vie di fuga, ha capito che non gli restava altro che costituirsi.
Al momento le indagini sono aperte a tutto tondo, anche per i trascorsi del 33enne. Infatti, il ragazzo, originario di Soccavo, è ritenuto vicino agli ambienti criminali del clan Vigilia e ha lasciato Napoli in seguito all’omicidio di Pasquale Vigilia, figlio del boss Alfredo Vigilia ‘o niro.
Quello che è successo ad Antonio Amore
Antonio Amore, invece, non risulta avere precedenti penali e non è stato mai coinvolto in indagini. Nelle prime ore la prima ipotesi emersa è che si fosse trattato di una lite nata per motivi di gelosia e che tutto fosse partito da apprezzamenti che il 33enne avrebbe rivolto a un’amica dello chef.
Tutto è partito da una discussione nata per una ragazza con la quale Guadagno aveva intrecciato una relazione. Il 28enne l’ha messa in guardia, scatenando l’ira del 33enne, che ha fatto irruzione nella villa armato di mitraglietta insieme ad altre persone. Il gruppo ha affrontato prima un 35enne, amico di Amore e lo ha pestato a sangue, per poi andare alla ricerca dello chef. Una volta trovato è successo il peggio ormai noto, con l’obiettivo di ucciderlo.