Approvata riforma balneari, ma è scontro Lega-PD

Il Premier Mario Draghi ottiene il voto unanime del CdM per  l’attesa modifica delle concessioni balneari, tassello mancante di quella riforma della concorrenza a cui sono legati i fondi del PNRR.

Tuttavia lo sblocco delle gare con tutela degli investimenti delle piccole imprese del settore e il freno del caro-ombrelloni non soddisfa  la Lega, che ha votato le norme in Consiglio dei Ministri,  ma un minuto dopo si dice pronta a chiedere modifiche in Parlamento.

Dall’opposizione FdI contesta duramente quello che Giorgia Meloni definisce il primo “atto di esproprio” per 30mila imprese. Crescono i timori delle associazioni di categoria che dicono “ci avete messo in mano all’Europa” e minacciano barricate se il testo non verrà modificato in Parlamento.


Il comportamento della Lega però non piace al PD che accusa il Carroccio di praticare doppiogiochismi e ambiguità, con i propri Ministri  che danno il via libera in CdM ma poi il partito va all’attacco. Il PD definisce il comportamento della Lega “un”inammissibile doppiezza e inaffidabilità”.

ministri restano all’oscuro del testo, due pagine fitte, che da un lato fissano per legge la fine del regime di proroga al 31 dicembre 2023 e dall’altro danno indicazioni piuttosto dettagliate sui criteri per le gare.

La ministra Mariastella Gelmini, come promesso, riunisce Presidenti di Regione, Province  e i Sindaci  per illustrare, insieme a Massimo Garavaglia e al Sottosegretario  alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, le linee guida dell’intervento.

Una volta in Consiglio dei Ministri, Stefano Patuanelli chiede più tempo per leggere il testo, che comunque va bene nel complesso perché le gare sono “formalmente” sbloccate.

La Ministra di Iv Elena Bonetti chiede di valorizzare l’imprenditoria femminile e di tenere conto delle imprese che certificano la parità di genere.

Il Ministro del Turismo chiede alcune integrazioni, anche se già i ministri leghisti hanno ottenuto gran parte delle loro richieste, soprattutto la tutela delle aziende familari che gestiscono da anni lidi e stabilimenti e di lì percepiscono il loro reddito principali (se ne terrà conto, nelle gare) ma anche la “clausola occupazionale”. La riunione viene quindi sospesa per circa tre quarti d’ora, durante i quali i Partiti hanno modo di valutare il testo e Garofoli insieme a Garavaglia verifica e aggiusta le norme.

Draghi lascia discutere i Ministri, poi riprende il CdM e ottiene il voto favorevole di tutti i presenti.

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