Arcangelo

Arcangelo alla Fondazione Volume! fino al 23 febbraio

Fino al 23 febbraio  presso Fondazione VOLUME! “Morfina e Metamorfosi“, il nuovo lavoro di Arcangelo. L’artista ha inaugurato il 2024 proseguendo la narrazione che VOLUME! ha iniziato nel 2021 e che vede gli spazi di via Sales divisi in due ambienti e due atmosfere differenti ma in costante dialogo tra loro.

Per questo suo intervento Arcangelo – che da sempre riflette su un’immagine liberata dal tempo, dagli eventi e dagli accadimenti – ha progettato un volume all’interno di VOLUME!, da scoprire ed estrarre poco alla volta. L’artista ha preso spunto dal poeta latino Ovidio che, nel proemio delle sue Metamorfosi, chiede agli Dei di dargli la forza per rispristinare un ordine e quindi di assisterlo nella sua missione di tramandare ai posteri i miti della storia antica, gli amori straordinari e affascinanti degli dei.

Arcangelo, da uomo della contemporaneità, condivide con Ovidio l’aspirazione all’eternità e la volontà di traghettare la sua opera da un passato remoto al futuro, senza però fare appello agli dei, ma rimandando alla propria fisicità e – come dice lui stesso – alla morfina “che il corpo sprigiona per proteggersi nel passaggio drammatico dal ricordo del “dov’ero e dove sono… protezione ed enfasi del tempo attraverso il
luogo intimo e fisico che è il nostro corpo. Morfina e poi Metamorfosi e poi, forse, l’assoluto esistere”.
Arcangelo Esposito (Avellino, 1956), in arte Arcangelo, è docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Formatosi all’ Accademia di Roma, esordisce in Germania e in Svizzera nei primi anni Ottanta, lavorando con la Galleria Tanit di Monaco di Baviera e con la Galleria Buchmann di Basilea. Sempre a Basile partecipa
al progetto “Perspective”, esposizione collettiva realizzata in occasione della fiera Art Basel (1984).

Segue un periodo di intensa attività nei paesi del Nord Europa, dove esporrà nel corso degli anni in spazi pubblici come la Galerie der Stadt Esslingen (1987), la Bonner Kunstve-rein (1991) e la Galerie der Stadt Stuttgart (1998) ma anche in importanti gallerie, oltre le già citate Tanit di Monaco e Buchmann di Basilea, la Janine Mautsch di
Colonia, la Harald Behm di Amburgo, la Klaus Lupke di Francoforte e la Maeght Lelong di Parigi. In Italia, la prima consacrazione è una mostra personale al PAC di Milano nel 1985.

Negli anni la sua ricerca si è lasciata permeare da suggestioni arcaiche e mediterranee, procedendo soprattutto per cicli (Altari, Pianeti, Misteri, Verso Oriente, Sanniti) nei quali ha espresso, attraverso la pittura e la scultura, l’interesse per la memoria delle culture di antichi popoli reinterpretati in chiave personale. Tutta la sua opera ruota attorno al concetto di Terra e Territorio, partendo dal sud Italia per poi scoprire, durante i suoi viaggi africani e non solo, affinità con altri mondi.

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