Dodici persone sono state arrestate a Rumbek, in Sud Sudan, accusate di essere coinvolte nell’agguato al Vescovo Christian Carlassare. Lo ha riferito l’agenzia d’informazione Aci Africa: “Tre di loro, tra cui spicca il nome del coordinatore diocesano John Mathiang, sono preti della Diocesi di Rumbek. Mentre gli altri sono laici con diverse responsabilità a livello della Chiesa locale”.
La Chiesa sudsudanese sarebbe dunque in qualche modo coinvolta. Scrive Nigrizia, il portale dei Comboniani: “Le cose erano chiare da subito ma ora sono evidenti e possiamo dire con certezza che la responsabilità è di una porzione di Chiesa dinka (l’etnia del presidente Slava Kirr), che chiamo ‘clan’, all’interno delle autorità ecclesiali locali. John Mathiang è solo una pedina di questo clan. Il vero mandante è più lontano ancora ed è collettivo. Si tratta di una frazione della comunità ecclesiale di origine dinka che vuole avere il suo peso nella Chiesa e nel Paese per mettere mano sulle sue ricchezze“.
Aci Africa rivela che gli arresti sono stati possibili grazie al ritrovamento del telefonino che sarebbe caduto ad uno dei due assalitori durante l’agguato e che padre Christian. Colpito alle gambe, avrebbe involontariamente nascosto cadendovi sopra.
Ma l’operazione tempestiva della Polizia locale è realmente stata possibile soltanto grazie al comunicato del Presidente Salva Kirr che ieri, in un’apposita nota, chiedeva investigazioni rapide dopo l’accaduto. “Quello del presidente è un segnale preciso – dice la fonte citata da Nigrizia – che si doveva agire perché si erano oltrepassati i limiti. Lui, che si definisce cattolico, sognava da tempo un vescovo dinka. Ma con questa vicenda a livello internazionale il Sud Sudan ne esce distrutto e stavolta Salva Kirr non può permetterselo”.