Arte italiana: quanto è (ri)conosciuta? Lo studio di BBS Lombard e Generali

È stato presentato, oggi 21 aprile 2022 a Venezia, lo studio sulla visibilità internazionale dell’arte italiana realizzato da BBS-Lombard e dalle giornaliste Silvia Anna Barrilà, Maria Adelaide Marchesoni e Marilena Pirrelli, con il sostegno di Arte Generali.

Il rapporto, alla sua prima edizione, ha come oggetto di analisi la visibilità dell’arte italiana contemporanea a livello internazionale. Il report non è esaustivo, rappresenta infatti un primo passo verso una maggiore comprensione del comparto e uno strumento per gli attori coinvolti per fare rete. 
Lo studio si focalizza sugli artisti nati dopo il 1960, analizzando la presenza delle loro opere nei principali luoghi istituzionali e commerciali del contemporaneo internazionale negli ultimi 10-20 anni. 

Il report è diviso in due parti: la prima contiene una serie di interviste a 24 curatori e direttori museali sulle potenzialità del sistema dell’arte italiano; la seconda è dedicata all’analisi dei dati e alla mappatura della presenza dell’arte italiana all’estero. 
Dalle risposte alle interviste ai 24 curatori (tra cui Cecilia Alemani, Ilaria Bonacossa, Sara Dolfi Agostini, Fabio Cavallucci, Andrea Lissoni, Milovan Farronato, Giacinto di Pietrantonio, Angela Vettese Cesare Pietroiusti) emergono i nomi sui quali si concentra maggiormente l’attenzione internazionale: Maurizio Cattelan, seguito da Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, Monica Bonvicini, Enrico David, Paola Pivi, Tatiana Trouvé, Roberto Cuoghi, Rosa Barba. 
Gli intervistati ritengono, inoltre, che l’esperienza di studio e lavoro all’estero conferisca visibilità e contribuisca a costruire e consolidare una rete di rapporti con curatori, gallerie e musei.

L’arte italiana contemporanea all’estero: i dati

Su 76 musei esteri esaminati, l’arte italiana è presente in 61 collezioni permanenti, ma nel dettaglio sono 51 i nomi che ricorrono degli artisti nati dopo il 1960. Un dato interessante emerge dall’analisi delle principali manifestazioni, come la Biennale di Venezia e Documenta. Il numero di artisti contemporanei italiani esposti è aumentato nelle edizioni dirette da curatori che conoscono molto bene la scena artistica nazionale.

Nelle tre edizioni di 18 biennali internazionali il numero totale di italiani è pari solamente a 29 artisti. Per quanto riguarda le gallerie internazionali, su 831 operatori analizzati, 135 rappresentano complessivamente 137 artisti italiani della generazione post 1960, ovvero il 16,2% delle gallerie rappresenta almeno un artista italiano contemporaneo. 
Emerge, tuttavia, che sono le gallerie fondate da italiani all’estero o con una storica relazione con l’Italia a investire di più sui contemporanei italiani.

La copertura mediatica

In termini di copertura mediatica, dall’analisi di Articker su 5 milioni di articoli analizzati esaminati nel 2021, risulta che gli artisti italiani rappresentano attualmente il 7% della copertura globale sull’arte di ogni periodo, piazzandosi al quinto posto dopo gli artisti americani, cinesi, inglesi e francesi, ma prima di tedeschi, spagnoli, olandesi e giapponesi. Una percentuale in cui la forza mediatica dei maestri antichi e di Maurizio Cattelan ha il suo peso. Si riduce all’1,9% se si considerano solo i contemporanei. 
Il sostegno delle istituzioni per la promozione dell’arte italiana nel sistema internazionale
Dal rapporto emerge una vivace attività con margini di ulteriore valorizzazione e networking con le istituzioni museali italiane e internazionali, grazie all’Italian Council e agli Istituti Italiani di cultura all’estero (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale). 
È emerso inoltre che Milano è una delle città più all’avanguardia dell’ecosistema italiano – formato da gallerie, musei, centri culturali, fondazioni -, con un tasso di dimensionale superiore a quello di Roma e Venezia. Tuttavia, la propensione al rischio è paragonabile a quella delle altre due città, perché il sostegno agli artisti emergenti e mid-career risulta ancora troppo basso. Se si confrontano i centri culturali e i musei, Milano appare distante dalle altre città internazionali come Parigi, Berlino e Los Angeles. Il capoluogo lombardo troverebbe in una visione strategica di ampio respiro maggior competitività e capacità di attrarre finanziamenti.

L’arte contemporanea italiana può essere maggiormente valorizzata 

Dal report, infine, emerge in maniera chiara come l’arte contemporanea italiana “possa essere maggiormente valorizzata attraverso un approccio più strutturato e un’azione corale, che possa permettere al Paese di fare sistema per competere sui mercati internazionali in maniera ancora più promettente”. 
Per questo “Quanto è (ri)conosciuta l’arte contemporanea italiana all’estero” è da intendersi sia come il primo di molti passi futuri per la comprensione del sistema, sia come strumento per gli attori affinché vengano coinvolti per fare rete, con l’obiettivo ultimo di garantire risorse e prospettive di lungo periodo necessarie nel mondo dell’arte che oggi ha un ritmo veloce ma che consolida le carriere nel corso di anni. 
È fondamentale sostenere l’arte contemporanea italiana e promuoverla a livello internazionale – ha affermato il ministro della Cultura, Dario Franceschini – soprattutto dopo le difficoltà causate a questo settore dalla pandemia. Si tratta ora di fare un investimento strutturale e il rapporto presentato oggi è importante perché offre una fotografia dei dati della produzione artistica contemporanea del nostro Paese: uno strumento utile per monitorare, comprendere e approfondire i mutamenti di questo settore”.

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