I Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale a carico di un funzionario appartenente al Corpo di Polizia Locale del Comune di Corigliano Rossano (CS).
Le indagini sono state condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Rossano e hanno riguardato ripetute condotte illecite di assenteismo dal servizio, perpetrate dal predetto pubblico dipendente.
Mediante i Finanzieri hanno ricostruito numerosi e circostanziati episodi di assenteismo, di illegittimo ed ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza in servizio, da parte del pubblico funzionario, per un totale di circa 30 ore di servizio, di fatto mai effettuate.
Contravvenendo ai propri doveri, l’indagato, infatti, era solito allontanarsi dall’ufficio senza alcuna valida ragione lavorativa per esigenze di carattere personale, come, ad esempio, per recarsi presso un vicino centro commerciale o per rientrare deliberatamente presso la propria abitazione nel corso dell’orario di servizio, sovente permanendovi alcune ore.
Dall’attività condotta è emerso, inoltre, che tali comportamenti venivano posti in essere dal funzionario grazie anche alla fraudolenta collaborazione di altri agenti che, in più occasioni, si sono prestati a timbrare il badge del superiore al fine di certificarne falsamente la presenza in servizio, pur non essendo quest’ultimo fisicamente presente o comunque essendosi presentato presso l’Ufficio di appartenenza non nell’orario comandato.
Nel corso delle indagini veniva constatata la falsità materiale di alcuni verbali redatti da una commissione giudicatrice – nominata per procedere all’assunzione di personale nel periodo estivo – composta dal funzionario sottoposto ad indagine, da un altro appartenente alla Polizia Locale e dal Segretario Comunale dell’Ente stesso, atteso che gli ultimi due certificavano la presenza in servizio dell’indagato, in realtà assente durante le riunioni.
All’esito dell’attività investigativa, il G.I.P. ha disposto la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico servizio, per la durata di 3 mesi, nei confronti del pubblico dipendente, principale indagato, mentre altri soggetti, a vario titolo protagonisti delle condotte sopra descritte, risultano allo stato indagati a piede libero.
I delitti contestati sono quelli di “truffa aggravata ai danni dello Stato” e di “fraudolenta attestazione della presenza in servizio”, reato che comporta, tra l’altro, il licenziamento per giusta causa per i responsabili delle condotte assenteistiche.