Lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan (Iskp) ha rivendicato l’attacco contro una moschea sciita di Mazar-iSharif, in Afghanistan, sostenendo che l’esplosione ha causato la morte di almeno cento fedeli. Lo riferisce via Twitter il Site, che monitora l’attività jihadista online, ma secondo fonti locali più accreditate si tratterebbe di almeno 33 morti contro i 10 che avevano annunciato poco dopo l’attentato i Talebani.
L’Isis in una nota afferma che “I soldati del califfato sono riusciti a portare una borsa con dell’esplosivo” all’interno della moschea gremita di fedeli, facendola esplodere da lontano”, afferma l’Isis in una nota.
In base a quanto riferisce Tolo News nel suo sito web l’esplosione è avvenuta nella città di Mazar-i-Sharif ed è il secondo attacco contro un obiettivo sciita in tre giorni. Altre esplosioni si sono verificate questa mattina anche a Kabul e a Kunduz.
A Kabul, secondo la stessa fonte, che cita il Ministero dell’Interno, sono rimasti feriti anche due bambini. Per quanto riguarda Kunduz, al momento non è disponibile alcun bilancio, mentre l’attacco contro la moschea di Seh Dokan a Mazar-i-Sharif, secondo il Capo dell’Ospedale distrettuale Abu Ali Sina-e-Balkhi, Ghousuddin Anwari, sono morte almeno cinque persone e 65 sono rimaste ferite. Secondo Zabihullah Noorani, Capo del dipartimento di Informazione e Cultura della provincia di Balkh, le vittime sarebbero invece almeno 25.