Attivista Pangea: “i sogni di 21 anni sono stati distrutti…il mio cuore spezzato”

Si leggono queste parole nella pagina del sto internet di Pangea Onlus, l’Associazione milanese che dal 2013 si batte per la sopravvivenza delle donne afghane vittime di reiterate violazioni dei diritti umani e di genere unitamente alle proprie bambine. Quello di Pangea a Kabul è un progetto fastidioso per i talebani.
Non è un progetto sanitario utile anche ai talebani.
Ma è un progetto di vitale importanza per le donne e i bambini di Kabul e non possiamo lasciarli soli.

Come fa sempre Pangea, saremo trasparenti e onesti e rendiconteremo al centesimo quanto raccolto.
Vi racconteremo le storie delle donne aiutate e dei loro bambini.
E speriamo di tornare presto a mostrarvi foto e video con i loro sorrisi e i loro occhi felici.

Le ultime attiviste di Pangea ancora a Kabul. si starebbero per  imbarcare (foto da GreenMe),  fa sapere la Onlus attiva in Afghanistan su Instagram, dove documenta ciò che sta avvenendo.

Tante persone sono ancora fuori dall’aeroporto di Kabul. Urlano e chiedono di essere salvate. Alcuni immersi nel canale putrido fanno di tutto per entrare e mettere in salvo i bambini. Sono tutti stremati” –  si legge sul canale social di Pangea, a corredo delle foto scattate fuori dallo scalo.

Su Instagram la Onlus riporta anche la testimonianza di L., 29 anni, una delle Responsabili del progetto Pangea a Kabul, insieme a un’immagine del tramonto immortalata poco prima dell’imbarco: “Guardo questo tramonto in lacrime e penso che è l’ultimo che vedrò da Kabul: il mio paese dove ho sorriso, sono cresciuta e dove ho immaginato un mondo migliore per le generazioni future, dove ho sognato la pace. Tutti i miei sogni sono stati distrutti”.

Sono molto triste per le ragazze della mia generazione, cosa ne sarà di loro?” – si chiede l’attivista, che prosegue – “Piango pensando a tutto il lavoro fatto con Pangea per i diritti e l’indipendenza delle donne in Afghanistan. Spero che tutte le persone siano al sicuro e che nessun talebano busserà alla loro porta, perché conosco la paura che si prova quando da innocenti si vive nascosti per non essere arrestati. Sento il mio cuore spezzato, ma credo nell’umanità. La brutalità e la crudeltà non dureranno per sempre”, conclude la 29enne afghana, prima di mettersi in salvo.

“Tante persone sono ancora fuori dall’aeroporto di Kabul. Urlano e chiedono di essere salvate. Alcuni immersi nel canale putrido fanno di tutto per entrare e mettere in salvo i bambini. Sono tutti stremati”-  si legge sul canale social di Pangea, a corredo delle foto scattate fuori dallo scalo.

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